Cronaca locale

23 milioni per ristrutturare San Siro, ma i disabili vengono dimenticati

Una barriera impedisce la visuale dei disabili al Meazza. Mi-Stadio: "Risolviamo prima della finale di Champions", ma il numero di posti resta basso

23 milioni per ristrutturare San Siro, ma i disabili vengono dimenticati

I biglietti riservati ai disabili per la finale di Champions League sono già stati venduti, ma i posti richiesti dalla Uefa ancora non ci sono. Nonostante la ristrutturazione costerà a Palazzo Marino 23 milioni di euro. Soldi dei cittadini, anticipati da Inter e Milan, che saranno scomputati dal canone di affitto annuo versato dai club al Comune, proprietario dell'impianto sportivo.

Attualmente le postazioni destinate ai tifosi in carrozzina, nelle partite di Inter e Milan al Meazza, sono collocate alla base del primo anello arancio. Il loro numero, dicono tutte le normative, non è sufficiente e la visuale del campo da gioco è impedita da una barriera alta un metro e dieci centimetri e dai cartelli pubblicitari. Centoquattro posti sulla carta, su una capienza totale dello stadio di 79.396. Un numero già troppo basso, ulteriormente ridotto nel corso di questa stagione che, per via della ristrutturazione, ha visto intere aree del settore arancio chiuse. Centoquattordici invece i posti riservati ai disabili che non necessitano di sedia a rotelle, tra i primi anelli blu e verde, per un totale di 218 posti attribuiti gratuitamente, perché definiti "invendibili" anche da Marco Lomazzi, uno dei due amministratori delegati della società Mi-Stadio, partecipata a metà da Inter e Milan, che gestisce San Siro. Le altre aree della struttura sono inaccessibili ai disabili.

"Preferirei pagare il biglietto e godermi la partita. Tra l'altro la procedura di accreditamento va ripetuta per ogni gara e presentata con largo anticipo: se ho un impegno rischio di restare fuori, pure se lo stadio è mezzo vuoto". Francesco Gallone, ventenne tifoso dell'Inter, non si perde un match malgrado sia costretto a "contorsioni" sulla sedia a rotelle, per provare a seguire le azioni (foto). Ma a rinunciare alla squadra del cuore non ci pensa proprio: "A casa l'emozione non è la stessa" (video).

Per l'evento sportivo dell'anno, che si terrà a San Siro il prossimo 28 maggio, il biglietto è già stato pagato 70 euro da ciascun disabile. Quanti saranno? Non è dato saperlo: la Uefa non ha per il momento rivelato i numeri ufficiali. Il prezzo è stato imposto da Nyon che, per l'appuntamento, pretende standard qualitativi e quantitativi ben precisi, seppure inferiori a quelli previsti dal "Manuale delle licenze Uefa", e dalla "Guida accessibilità per tutti" del Cafe, il Centro per l'accesso al calcio in Europa. Il primo richiederebbe 144 posti per le sole carrozzine. La seconda 274 totali, ripartiti tra sedie a rotelle e disabili deambulanti. Per non parlare della normativa italiana: i posti per i non deambulanti dovrebbero essere 180 per la Legge regionale numero 6 del 1989 e 360 in tutto per il regolamento degli stadi della Lega nazionale professionisti, quasi il doppio di quelli in programma.

"Le postazioni previste per la finale di Champions, in accordo con Uefa e Cafe - dichiara Lomazzi-, sono 106 per i disabili in carrozzina nel primo anello arancio, di cui 6 in cima e 100 in basso, su una pedana sopraelevata rispetto al piano di calpestio di 30, 40 centimetri, per la quale abbiamo chiesto alla prefettura una deroga alle normative vigenti, in modo da evitare che la completa visuale sia impedita dalla griglia alta un metro e 10, obbligatoria per ragioni di sicurezza". Per raggiungere quel numero, sulla piattaforma, l'accompagnatore del disabile dovrebbe essere posizionato dietro di lui, a dispetto di quanto suggerito dalla Guida del Cafe.

La questione resta aperta per i disabili deambulanti: "Stiamo ancora dialogando con Uefa e Cafe - prosegue l'Ad - per aggiungere ulteriori posti fino a un massimo di 107 per i disabili che non necessitano di carrozzina, che potrebbero essere posizionati nelle prime file dei primi anelli verde, blu o arancio". Col rischio che nei primi due casi la visuale sia ostruita dalla presenza dei fotografi, nel terzo dalle carrozzine. "Anche se una categoria a cui tiene particolarmente la Uefa è quella dei ciechi, che non hanno la necessità di una completa visuale del campo", sottolinea Lomazzi. La Guida del Cafe anche per loro suggerisce un elevato standard qualitativo e, in ogni caso, si pone il problema degli accompagnatori, che il 28 maggio accederanno si allo stadio gratuitamente, ma assisteranno a uno spettacolo a dir poco incompleto (video).

Il Giornale avrebbe voluto chiedere spiegazioni pure all'assessore allo Sport del Comune di Milano, Chiara Bisconti, e alla Figc, coinvolta nell'organizzazione della finale di Champions, ma nessuno di loro ha accettato di rispondere alle nostre domande.

(Con la collaborazione di Francesco Gallone)

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