Cronache

Degrado e topi: condannato il sacerdote pro immigrati

La sentenza del tribunale di Pistoia prevede la pena di un mese di reclusione per don Massimo Biancalani con l’accusa di scarsa igiene

Don Massimo Biancalani con alcuni immigrati
Don Massimo Biancalani con alcuni immigrati

Da anni, nonostante l’avversione dei residenti del quartiere stufi del degrado e delle angherie di alcuni migranti, il sacerdote Massimo Biancalani ospita nei locali della parrocchia stranieri provenienti da più parti del mondo. Un’attività incessante la sua che, però, presenta una serie di criticità. Dopo i controlli dell’Asl di Pistoia, il parroco è stato condannato a un mese di reclusione per scarsa igiene. Nel piccolo centro di Vicofaro le stanze che accolgono gli extracomunitari sono sporche e sono stati trovati addirittura i topi. È stato lo stesso don Biancalani a commentare la sentenza del tribunale di Pistoia. “La condanna – ha detto – consiste in una pena di un mese di carcere ma con la sospensione condizionale è applicabile la sola ammenda pecuniaria equivalente a 1.200 euro. Sono molto deluso. La tentazione è di non fare ricorso e neppure di pagare, perché la sento come una profonda ingiustizia, da parte delle istituzioni, che invece di aiutarci, ci mettono in difficoltà. Comunque, prima di decidere mi consiglierò con i miei avvocati”.

La segnalazione dei vicini

Il sacerdote, molto amato dalle forze politiche di sinistra, ha sempre paragonato il suo centro di accoglienza a un ospedale da campo, ma durante gli ultimi controlli dell’Azienda sanitaria locale, partiti su segnalazione del vicinato, sarebbero stati trovati rifiuti ingombranti nelle pertinenze della canonica e anche ratti. Don Biancalani si è difeso. “Ma questo è normale – ha spiegato – in una situazione in cui tante persone sono concentrate nello stesso luogo. Purtroppo dobbiamo fare tutto da soli, non abbiamo contributi dallo Stato, accogliamo e basta. Neppure la chiesa locale ci sostiene. Gli unici aiuti che abbiamo arrivano dalla chiesa di Roma e da istituzioni religiose, addirittura non cattoliche”.

I problemi durante il picco della pandemia

La struttura di Vicofaro è stata spesso al centro di polemiche e ha avuto tensioni per il sovraffollamento e le condizioni di sicurezza che hanno richiamato varie volte l'attenzione delle autorità pubbliche, diocesi compresa. Il periodo più difficile c’è stato in piena pandemia da Covid-19, nel 2020, quando la parrocchia fu identificata come zona rossa, poiché tra gli immigrati furono rilevati diversi contagi; allora venne istituito un servizio di vigilanza, 24 ore su 24, per circa un mese, da parte di tutte le forze di polizia.

Il sovraffollamento della struttura

Nonostante le istituzioni ci abbiano provato più volte, non si è mai provveduto a trasferire in altre strutture gli ospiti presenti, che a volte hanno superato le 180 unità. Per la grossa affluenza si è dovuto ricorrere anche al matroneo della chiesa, trasformato in dormitorio, per ospitarli tutti.

Una situazione che ha esasperato i residenti del quartiere, che in più occasioni hanno denunciato il sacerdote, oltre che per il degrado e la scarsa igiene, anche per i danneggiamenti alle auto parcheggiate lungo la strada e per altri abusi.

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