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Le previsioni meteo sballate? Perché è colpa del Coronavirus

Il Coronavirus abbassa l'affidabilità delle previsioni meteo mondiali: la drastica riduzione dei voli aerei impedisce la raccolta di numerosi dati atmosferici necessari a stilare un bollettino quanto più affidabile possibile. A rischio anche le allerte per i fenomeni più violenti come uragani e tornado

Le previsioni meteo sballate? Perché è colpa del Coronavirus

I meteorologi di tutto il mondo possono liberarsi dai "sensi di colpa" se le loro previsioni del tempo risultano errate, o più errate del solito secondo la credenza popolare del "tanto sbagliano sempre". Scherzi a parte, anche nelle vicende atmosferiche, purtroppo, c'è lo zampino del Coronavirus.

I dati atmosferici

Come è possibile? Il Covid-19 ha più che dimezzato gli spostamenti ed in particolare quelli in aereo: nel mondo, il 50% dei velivoli non decolla più, in Italia si è arrivati al 65,9%. Per chi non lo sapesse, industria aeronautica e meteorologia vanno a braccetto. Le previsioni meteo, infatti, si affidano anche a tantissimi dati atmosferici raccolti durante i voli come temperatura, velocità e forza del vento, umidità.

Si tratta di informazioni verticali sull’atmosfera che vengono usate ogni giorno per integrare quelle raccolte dalle centraline e servono ad elaborare bollettini meteorologici più precisi. I sistemi di analisi usano complessi sistemi di modellazione virtuale, ma l’accuratezza dipende dalla qualità e dal dettaglio dei dati inseriti. Ed una delle fonti era proprio quella che proveniva dagli aeroplani di linea, come riporta Businessinsider.

L'importanza dell'Amdar

Le linee aeree commerciali, infatti, contribuiscono all’Amdar (Aircfraft Meteoroglogical Data Relay) che utilizza sensori, computer e sistemi di comunicazione per campionare, analizzare e trasmettere le osservazioni a terra tramite i satelliti o via radio. L’Amdar, mediamente, durante un periodo di traffico normale produce oltre 700 mila osservazioni al giorno.

Tra il 50% e l'80% in meno di dati

Il servizio meteorologico degli Stati Uniti (National Weather Service), normalmente, si serve di ben 250 milioni di misurazioni aeree ogni anno: alla fine di marzo si erano già ridotte della metà. Va ancora peggio in Europa, il Centro Meteo Europeo per le previsioni a medio termine (Ecmwf) ha valutato un calo dell’80% delle informazioni provenienti dagli aerei. Se si smettesse di volare, l'affidabilità dei bollettini si ridurrebbe del 15%.

L'allarme del Wmo

Il campanello d'allarme è suonato anche nell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) che ha espresso le proprie preoccupazioni non soltanto per le previsioni del tempo, ma anche per quanto riguarda il controllo degli effetti del cambiamento climatico, che continuano a manifestarsi a prescindere dalla pandemia. Diventa essenziale, quindi, continuare a predisporre sistemi di previsione che permettono allerte precoci.

Il pericolo di uragani e tornado

La preoccupazione, adesso, è che venga meno il funzionamento del Global Observing System, rete di osservazione mondiale che garantisce le informazioni necesarie per affrontare i problemi climatici a livello internazionale. Istituito nel 1992 durante la seconda conferenza mondiale sul clima a Rio de Janeiro, è la base per tutti i servizi climatici dei 193 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione meteorologica mondiale e fornisce informazioni sullo stato dell’atmosfera sia sulla terra che sull’oceano.

Cosa ancor più importante, fornisce previsioni e lancia eventuali allarmi in caso di eventi disastrosi come per tornado ed uragani che, di solito, colpiscono gli Stati Uniti nella loro stagione compresa tra giugno e novembre. Tracciare il loro percorso consente di salvare migliaia di vite.

La "flotta" meteorologica

Non tutto è, però, negativo: la maggior parte delle rilevazioni meteo stanno continuando a funzionare e sono in gran parte automatizzati. Nell'atmosfera, sono piazzati ben 16 satelliti meteorologici mentre altri 50 sono dedicati soltanto alla ricerca; sulla Terra esistono oltre 10 mila stazioni di cui mille nell'aria, settemila sulle navi ed altre mille in galleggiamento sui mari. A tutto ciò, si aggiungono centinaia di radar che monitorano un elevatissimo numero di parametri meteo.

Tutti questi continueranno sì a funzionare ma, se la pandemia durasse ancora a lungo, potrebbe interferire con i normali servizi di riparazione e ricarica degli strumenti di registrazione.

In alcune parti del mondo ma soprattutto in Europa, duramente colpita dalla pandemia, la diminuzione dei rilievi è stata drastica e gli esperti stanno cercando di organizzare reti alternative per mantenere la precisione.

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