Coronavirus

Covid, ecco cosa succede con uno starnuto

In presenza di uno starnuto è facile contagiarsi se non si hanno le mascherine e ci si trova al chiuso: la probabilità si abbatte all'aperto, ecco cosa dicono le nuove evidenze

Covid, ecco cosa succede con uno starnuto

Dopo due anni ci si domanda: ma io come l'ho preso esattamente il Covid? Quando ma soprattutto come può essere avvenuto il contagio? In molti cercano di ricostruire la dinamica ma è molto difficile avere la certezza del momento in cui ci si può essere contagiati. Di certo, uno starnuto o un forte colpo di tosse rappresentano un elevato rischio per contrarre Sars-Cov-2.

Il "luogo" dello starnuto

Il momento per eccellenza in cui si liberano nell'aria la maggior parte delle goccioline virali, più ancora di quando si parla, accade quando si starnutisce specie per coloro che non lo "trattengono". Non è certamente un metodo scientifico, anche perché ci sono vari fattori che condizionano l'evento: se si è all'aperto o al chiuso, la distanza dall'interlocutore e l'eventuale presenza di mascherine. Soltanto così si possono considerare i fattori di rischio e non si può dire, a priori, se lo starnuto avrà provocato il contagio oppure no. Per esempio, uno studio pubblicato sul Journal of Infectious Disease dimostra come, all'aperto, la percentuale di infezione sia molto bassa (meno del 10%) se la distanza viene rispettata. Viceversa, al chiuso può essere di 18,7 volte più elevata se si è molto vicini e non c'è un'adeguata areazione del locale oltre alla mancanza delle mascherine.

La distanza dell'aereosol

Una ricerca italiana a cura del Centro regionale di Biologia molecolare dell'Arpa Piemonte che ha visto la collaboraizone del "Laboratorio di Virologia Molecolare e Ricerca Antivirale del Polo Universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano dell'Università di Torino, con l'Università di Cassino e del Lazio Meridionale e la Queensland University of Technology di Brisbane, in Australia", ha reso noto che il Covid si può trasmettere anche ben oltre la famosa distanza di sicurezza variabile tra il un metro e il metro e mezzo. Senza l'uso della mascherina, poi, sono dolori: le particelle di saliva possono arrivare a 7 metri di distanza dopo lo starnuto se ci sono condizioni di elevata umidità. Una distanza "universale" di rischio o protezione, comunque, non esiste perché dipende dai fattori di cui abbiamo parlato finora e dipende anche dalla carica virale che la persona infetta rilascia nell'aria.

Infatti, ipotizzando una quantità di carica virale media, come si legge sul Messaggero, il rischio contagio arriva fino a tre metri dopo un colpo di tosse o il classico starnuto: questo accade se si è senza mascherina. Viceversa, lo studio dimostra che in presenza di mascherine chirurgiche o Ffp2 il rischio si abbatte anche ad una distanza di un metro "indipendentemente dalle condizioni ambientali o dall'evento respiratorio considerato".

Cosa succede con una "gocciolina"

Per far capire, se ne fosse bisogno, quando sia facile contagiarsi, uno studio britannico di cui parla il The Guardian mostra come 36 volontari tra 18 e 29 anni si siano infettati con una sola gocciolina contenente il virus che gli era stata inserita nel naso. La metà di loro, 18, si sono infettati con una carica virale in netto aumento e un picco dopo cinque giorni dall'inoculazione.

Lo studio ha scoperto che l'infezione è comparsa per la prima volta in gola ma con una carica virale molto più alta all'interno del naso: ecco perché il lavoro suggerisce che tamponare il naso e la gola rende più probabile rilevare l'infezione durante i primi giorni.

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