Coronavirus

Covid, studio dimostra che può provocare perdita dell'udito

Uno recente studio sul Covid ha dimostrato che, in conseguenza all'infezione virale, alcuni pazienti possono riportare una perdita dell'udito

Covid, studio dimostra che può provocare perdita dell'udito

Il Covid-19 può provocare la perdita di udito. È quanto emerge da uno studio intitolato Sudden irreversible hearing loss post Covid-19, pubblicato alla data 14 ottobre sulla rivista BMJ Case Reports, a firma di tre ricercatori della Royal National Throat Nose and Ear Hospital di Londra. Si tratta del primo caso registrato nel Regno Unito ma, precisano gli autori dello scritto ''si tratta di una infiammazione reversibile attraverso una diagnosi precoce e una cura appropriata di steroidi''.

Il caso

Il caso preso in esame dagli esperti della University College London riguarda un paziente di 45 anni affetto da asma che era stato ricoverato in ospedale per COVID-19. In osservazione per 30 giorni, le sue condizioni di salute sono degenerate sensibilmente per via della polmonite interstiziale bilaterale tanto da necessitare di ventilazione assistita. Trattato con il farmaco remdesivir, steroidi per via endovenosa e plasmaferesi, l'uomo è migliorato nel giro di poco tempo. Ma una settimana dopo l'estubazione ha lamentato un acufene (ronzio) all'orecchio sinistro a cui è seguita, successivamente, anche la perdita improvvisa dell'udito. Escludendo attraverso indagini approfondite la concomitanza di altre patologie, i medici hanno dedotto che si trattasse di una possibile conseguenza dell'infenzione SARS-COV-2. Sottoposto a una cura di steoridi in compresse (in origine anche iniezioni intratimpaniche), il 45enne ha mostrato subito segni di miglioramento finché, al termine del trattamento, durato 7 giorni, il suo udito è stato completamente recuperato.

Cosa potrebbe accadere all'udito quando ci si ammala di Covid

Dall'osservazione del paziente 45enne - si tratta del primo ed ad oggi unico caso nel Regno Unito - è emerso che il modo in cui il virus attecchisce i tessuti di rivestimento dell'orecchio è simile a quello in cui aggredisce le cellule polmonari. I medici hanno ravvisato un aumento delle cosiddette ''citochine'', cellule proteiche di piccole dimensioni che si legano a specifici recettori presenti sulla membrana di rivestimento di un organo. Da ciò ne deriverebbe una infiammazione perniciosa del canale uditivo e una successiva ''ipoacusia'', ovvero, un abbassamento dell'udito. Di conseguenza, così come avviene per il trattamento della ormai nota polmonite interstiziale bilaterale, ricorrendo alla somministrazione di steroidi è possibile ripristinare le condizioni ottimali dell'udito.

Conclusioni dello studio

Nell’ultima analisi pubblicata su BMJ Case Reports, si sottolinea soprattutto l’importanza della rapidità nella diagnosi del disturbo e il pronto intervento con i trattamenti necessari. ''Data la presenza diffusa del virus nella popolazione e la significativa morbilità della perdita dell'udito, - scrivono gli autori dello studio - è importante approfondire questo aspetto. Ciò è particolarmente vero data la necessità di identificare e trattare tempestivamente la perdita dell'udito l'attuale difficoltà di accesso alle strutture sanitarie''. La perdita improvvisa dell'udito è ormai sempre più spesso riscontrata dagli specialisti otorinolaringoiatri. I casi registrati sono circa 160 ogni 100mila persone ogni anno. Non è ben chiaro quali siano le cause, ma la condizione può, in alcuni pazienti, essere la conseguenza di un'infezione virale, come l’influenza, l’herpes o il citomegalovirus.

E adesso anche Covid-19.

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