Cronache

Hanno preso il bastardo

Svolta nelle indagini sull'attentato alla scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi. Giovanni Vantaggiato, un benzinaio 68enne di Copertino, è stato torchiato per nove ore e dopo aver confessato è stato fermato dalla polizia: l'auto "pizzicata" da una telecamera. L'uomo ha colpito per vendetta ma è ancora giallo sul movente: o risentimento verso il preside o problemi di debiti

Hanno preso il bastardo

È lui. L’uomo che ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre cinque studentesse, il bastardo che ha seminato il terrore in tutta Italia con una bomba davanti alla scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi e riportato il Paese indietro di trent’anni, ha un volto e un nome: a diciotto giorni dall’attentato, inquirenti e investigatori hanno fermato Giovanni Vantaggiato, 68enne titolare di un deposito di carburanti agricoli di Copertino, un paese nella provincia di Lecce. Dopo nove ore d’interrogatorio, l’uomo avrebbe confessato e ammesso le sue responsabilità.

Sarebbero state le immagini degli impianti video della zona dell’attentato ad aver portato gli investigatori al benzinaio salentino. La sua auto sarebbe stata, infatti, ripresa più volte prima dell’esplosione nei pressi della scuola "Morvillo-Falcone". Si tratta di elementi considerati dagli investigatori "altamente significativi". Tra le immagini registrate dalle telecamere anche quella di un’altra auto che sarebbe riconducibile alla famiglia del sospettato. A fornire un ulteriore elemento sarebbero state le celle telefoniche: il telefonino dell’uomo avrebbe agganciato il "ripetitore" che copre la scuola in orari compatibili sia con l’esplosione sia con il passaggio delle auto riprese dalle telecamere. Gli investigatori sarebbero invece ancora in attesa degli esiti della perquisizione effettuata nel deposito di carburante: alcuni elementi sarebbero già stati trovati ma quel che conta è la comparazione tra le sostanze contenute all’interno delle bombole esplose davanti alla scuola e quelle trovate nel deposito.

Resta da capire il movente, che l’uomo finora non avrebbe fornito agli inquirenti. Nel corso della giornata si sono inseguite diverse voci, nessuna delle quali confermata ufficialmente: risentimento verso il preside della scuola Angelo Rampino o vendetta privata per problemi di debiti. L'uomo avrebbe infatti agito per colpire la giustizia: in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. L'obiettivo dell'attentato non era la scuola "Morvillo Falcone" ma il tribunale che si trova a 200 metri alle spalle dell'istituto.

Negli ultimi giorni le forze dell'ordine hanno dato una vera e propria sferzata alle indagini. "L’importante e definitiva svolta dell’indagine sull’attentato a Brindisi è il risultato del grande lavoro della magistratura e della splendida collaborazione e sinergia tra carabinieri e polizia", ha commentato il capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli. Millequattrocento persone controllate e oltre trenta perquisizioni messe a segno è il bilancio dell'eccezionale servizio di controllo del territorio disposto dal questore Alfonso Terribile. "Gli agenti - ha spiegato il questore di Brindisi - presenziano all’ingresso e all’uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali".

Adesso che il mostro è stato catturato a Brindisi può tornare la tranquillità. Anche se il sindaco Mimmo Consales preferisce non sbilanciarsi: "Mi auguro che sia la pista buona e che non sia l'ennesimo falso allarme".

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