Cronache

"I killer del carabiniere trattati come mafiosi": l'accusa choc dagli Usa

Il legale di Elder Finnegan, Craig Peters, si augura “che in appello ci siano avvocati che vogliano fare giustizia in modo equo”

"I killer del carabiniere trattati come mafiosi": l'accusa choc dagli Usa

Dagli Stati Uniti è arrivata una accusa choc da uno degli avvocati dei ragazzi californiani accusati della morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, e condannati all’ergastolo. A lanciare l’accusa è stato Craig Peters, l’avvocato del 21enne Elder Finnegan, in collegamento con la Abc7news, durante il quale ha commentato la sentenza di ergastolo per i due giovani, arrivata nel pomeriggio di mercoledì 5 maggio.

L'accusa verso i giudici italiani

“Hanno preso la stessa condanna che viene riservata a un boss mafioso. Speriamo che in appello ci siano dei giudici che vogliano davvero capire cosa sia successo e fare giustizia in modo equo” ha detto il legale ai microfoni dell’emittente televisiva americana. Mercoledì pomeriggio i due ragazzi avevano reagito con sconcerto e rabbia alla lettura della sentenza. In poco tempo la notizia è giunta oltreoceano, dove televisioni e siti di informazione hanno dato spazio a quanto avvenuto in Italia. Elder e il suo amico, il ventenne Gabriel Natale Hjorth, hanno entrambi ricevuto la condanna più severa nel nostro Paese per il loro crimine, ovvero l’uccisione del carabiniere 35enne, avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma. È in corso adesso un appello contro il verdetto e l'avvocato della famiglia Elder ha voluto sottolineare quanto sia diverso il processo in Italia. Secondo quanto asserito dal legale, "in America la fine del primo grado è il più delle volte la fine del processo. Ma in Italia è molto diverso. Quindi stiamo cercando di ricordargli che c'è essenzialmente un'altra prova, che accadrà al livello di appello, dove si spera di avere giudici più sofisticati, più esperti, più ragionevoli e razionali che effettivamente faranno il duro lavoro di cercare di dare un senso a tutto questo e quindi distribuire equamente la giustizia " ha concluso l’avvocato Craig Peters.

Quella tragica notte romana

I due americani vennero fermati dopo circa 12 ore dall’omicidio. Si difesero sostenendo di aver scambiato i due militari, Mario Cerciello Rega e il suo collega, Andrea Varriale, che erano vestiti in borghese, per uomini mandati da Sergio Brugiatelli, l'intermediario dei pusher di Trastevere. Per vendicarsi di una partita di droga non consegnata, i due ragazzi avevano deciso di rubare lo zaino dello spacciatore, con al suo interno il telefono cellulare. Si erano quindi messi d’accordo per incontrarsi la notte, allo scopo di recuperare i soldi, o quantomeno avere in cambio la droga, e riconsegnare il borsone sottratto al pusher. Non sapevano però che quest’ultimo aveva denunciato ai militari il furto della borsa e che nel luogo dell’appuntamento ci sarebbero stati anche i carabinieri.

Due per la precisione: Andrea Varriale e il povero Mario Cerciello Rega.

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