Cronache

Libia, il giallo su Bija: "Nessun mandato di arresto"

Un funzionario della Guardia Costiera ha smentito la notizia secondo cui contro Bija, presunto trafficante inserito però nei ranghi del corpo militare libico, sarebbe stato spiccato un mandato di arresto

Libia, il giallo su Bija: "Nessun mandato di arresto"

Una smentita che arriva da un funzionario della Guardia Costiera libica ed un mistero che dunque, ancora una volta, si infittisce. Il riferimento è al caso Bija, l’affaire cioè che riguarda il presunto trafficante di Zawiya arrivato l’11 maggio 2017 come rappresentante della Guardia Costiera libica in Italia per partecipare ad una riunione al cara di Mineo.

Dopo la notizia trapelata ieri inerente un mandato di cattura per Bija, il cui vero nome è Abdou Rahmad, oggi è arrivata una smentita: “Non ho ricevuto alcun mandato per la sua cattura”, ha dichiarato Mohamed Sakr ad Agenzia Nova in questo martedì.

Secondo il funzionario della Guardia costiera libica, che ha affermato di essere in stretto contatto con il governo di Fayez Al Sarraj, Bija sarebbe regolarmente in servizio e su di lui non penderebbe alcun mandato di cattura.

Questo nonostante il clamore suscitato dalla notizia, diffusa dal collega Nello Scavo su Avvenire il 4 ottobre scorso, della presenza di Abdou Rahmad in Sicilia nel 2017.Una notizia che ha messo in imbarazzo in primis il governo italiano: sono diverse infatti le inchieste, giornaliste e non, che hanno posto Bija al centro di una rete di trafficanti di Zawiya negli anni passati.

Poi, per ragioni di opportunità, il trafficante si sarebbe quindi trasformato in un membro della Guardia Costiera. Con una divisa addosso, nel febbraio 2017 si è notato Bija picchiare alcuni migranti dopo averli raggiunti a bordo di un barcone.

Per questo, nel mese di giugno del 2018, lo stesso Bija è stato posto sotto sanzioni da parte dell’Onu, una circostanza che lo ha fatto allontanare dalla Guardia Costiera. Almeno fino a questi giorni, visto che la giornalista Francesca Mannocchi è andata a Tripoli ad intervistarlo e lui è apparso con l’uniforme della Guardia Costiera.

Il mandato di arresto sarebbe, a seguito della divulgazione delle notizie, stato spiccato dal ministro dell’interno Fatih Pashaga. Ma, secondo il sopra citato Sakr, sarebbe tutto falso: “Nessun mandato, su Bija circolano voci volte ad infamare il nome della Guardia Costiera”.

Un giallo complicato anche dal fatto che già ad aprile un primo mandato di arresto sarebbe stato

spiccato proprio verso Bija. Misteri che ben esprimono quella che è l’attuale situazione all’interno di un contesto, quale quello libico, dove enti e ruoli si sovrappongono per via della mancanza di uno Stato vero e proprio.

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