Cronache

Maxisbarco a Lampedusa, sui migranti segni di tortura

Sono arrivati in 539 stipati, stanchi con segni delle violenze subite durante la prigionia vissuta prima di affrontare il viaggio verso le coste italiane

Maxi sbarco sulle coste di Lampedusa
Maxi sbarco sulle coste di Lampedusa

All’orizzonte sono apparsi come una nube scura a macchiare il turchese del mare di Lampedusa, dove l’Italia appare come un lontano miraggio di libertà. Sotto il sole in 539 navigavano stipati sul barcone più grande. Tutti stremati e annichiliti dai segni evidenti di violenze evidentemente subite durante la prigionia a cui sono stati costretti prima di affrontare il viaggio verso la libertà delle coste italiane.


Il primo contatto a largo di Lampedusa


L’ultimo barcone di disperati ha fatto lievitare a 793 i profughi soccorsi a largo delle Pelagie e all'hotspot di contrada Imbriacola il conto fatto nel tardo pomeriggio parla di oltre 1.400 persone tanto che la Prefettura di Agrigento, d'intesa con il Viminale, per alleggerire le presenze nella struttura di accoglienza ha disposto un trasferimento immediato con la Guardia Costiera.

La nave quarantena ancorata in rada

Nelle prossime ore la nave quarantena Azzurra arriverà a Lampedusa per imbarcare altri migranti mentre domani si deciderà se effettuare trasferimenti anche con le navi di linea. L’ultimo approdo con 539 profughi sarebbe salpato dalla Libia con un carico di diperazione provata, come verificato dai medici di Msf, dai segni delle torture subite nel Paese nordafricano.

La paura del sindaco


Gli ultimi arrivi hanno spinto il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, a mettere avanti le mani e chiedere un aiuto subito per evitare il collasso. “Ancora una volta l'isola si prepara ad affrontare da sola il peso dell'accoglienza umanitaria", ha riferito il primo cittadino parlando di “altri Afghanistan da garantire con corridoi umanitari, gestiti dalle istituzioni internazionali" e strumenti specifici dell’Europa per il sostegno ai territori di confine come Lampedusa.

L’inchiesta sul maxi sbarco


Aspettando le risposte del Governo la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta sul maxi sbarco. I magistrati avrebbero aperto un fascicolo sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina volto ad individuare i possibili traghettatori di uomini. In questo seso dell'indagine si stanno occupando Guardia di finanza e Squadra Mobile. L’ipotesi è che il viaggio sarebbe stato organizzato da un'organizzazione criminale già accusata di aver tenuto in lager egiziani, siriani, magrebini e subsahariani. Ai 539 sbarcati in mattinata si devono aggiungere 31 migranti che viaggiavano su due diversi barchini sono giunti a Lampedusa con la prima imbarcazione, partita da Kerkennah, che aveva a bordo 16 tunisini, intercettata dalla motovedetta V7007 della Guardia di finanza a 7 miglia dalla costa. La seconda invece sarebbe salpata da Sfax con a bordo 15 tunisini. Poi altri tre sbarchi, con 41 tunisini, si sono registrati nel pomeriggio.

Tamponi e trasferimenti


Sono 375 i profughi sottoposti al tampone rapido a Lampedusa per la diagnosi del Covid, identificati e quindi trasferiti con nave Diciotti della Guardia costiera a Pozzallo (Ragusa). Ma l’emergenza è priooseguita anche in serata con 4 barchini che portavano 115 tunisini e subsahariani fermati sull’isola.

A Trieste frontiera sotto controllo

Intanto in Friuli Venezia Giulia, a Punto Franco Nuovo, la Polizia di Frontiera Marittima di Trieste ha rintracciato 35 persone di cui 13 minorenni di nazionalità pachistana, afghana e bengalese. In manette è finito un camionista serbo accusato dalla Polizia di favoreggiamento all'immigrazione clandestina sul cui semirimorchio i migranti avevano viaggiato.

Forza Italia chiede intervento Governo

"Forza Italia non vuole alimentare polemiche ma ritiene indispensabile un confronto urgente tra la maggioranza che sostiene l'esecutivo e gli esponenti di governo che devono fronteggiare l'emergenza immigrazione.

Si convochi immediatamente un vertice per un piano serio contro il dilagare dell'arrivo di clandestini nel nostro Paese", dichiara il senatore Maurizio Gasparri, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia.

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