Cronache

Minorenne stuprata mentre torna da scuola: due marocchini alla sbarra

Una 16enne di Avezzano ha raccontato di aver subito una violenza sessuale da parte di due marocchini che l'hanno condotta con l'inganno in una zona appartata. I due negano: voleva far ingelosire il fidanzato

Minorenne stuprata mentre torna da scuola: due marocchini alla sbarra

Violenza sessuale ai danni di una sedicenne che tornava da scuola: è l’accusa di cui devono rispondere tre marocchini davanti ai giudici del tribunale di Avezzano, dove è iniziato nei giorni scorsi il processo di primo grado.

L’aggressione mentre tornava da scuola

La vicenda è stata ricostruita nei dettagli durante la prima udienza del processo, come racconta IlMessaggero. La vittima, una ragazza che aveva all’epoca dei fatti 16 anni, ha raccontato la sua versione dei fatti, sostenendo di essere stata violentata dai tre marocchini mentre tornava a casa da scuola. Arrivata nei pressi della stazione ferroviaria la ragazza ha incrociato i tre magrebini che la avrebbero convinta a seguirli. La ragazza, a quanto pare, conosceva i tre stranieri. Una volta condotta in un vicolo, due dei tre marocchini l’avrebbero violentata sessualmente a turno, mentre il terzo faceva da palo, controllando che non arrivasse nessuno. Durante l’udienza sono stati ascoltati l’ex fidanzato della ragazza e la madre di lei: entrambi hanno confermato la versione dell’allora 16enne, che sostenne di essere stata vittima di uno stupro di gruppo, dopo essere stata portata in un luogo appartato con l’inganno. Un agente della squadra mobile dell’Aquila ha illustrato in aula le modalità delle indagini e gli indizi raccolti relativi alla violenza sessuale subita dalla minore.

Oltre alla violenza anche le minacce

Il gip Maria Proia ha disposto nei mesi scorsi il rinvio a giudizio per due cittadini marocchini di 26 e 28 anni accusati di violenza sessuale nei confronti della minore e di violenza privata, in quanto l’avrebbero minacciata di conseguenze se avesse denunciato l’accaduto. Il terzo non è stato invece identificato dagli inquirenti. I due imputati, assistiti dagli avvocati Luca Motta e Francesco Olivieri, si sono sempre difesi negando ogni addebito.

Secondo la loro versione la ragazza era consenziente e si sarebbe inventata la violenza sessuale solo per far ingelosire il fidanzato di allora.

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