Cronache

Morrissey accusa la polizia: "Minacciato con pistola a Roma"

Il cantante fermato in auto in via del Corso a Roma. "Mi hanno minacciato con una pistola". La questura: "Era contromano"

Morrissey accusa la polizia: "Minacciato con pistola a Roma"

"Un poliziotto italiano mi ha minacciato con la pistola". L'accusa arriva da Morrissey, cantautore inglese ex voce degli Smith, che martedì scorso, poco prima delle 20, ha imboccato contromano la centralissima via del Corso a Roma.

Un agente lo ha quindi fermato e gli ha chiesto i documenti. Lui si sarebbe rifiutato più volte, al punto che il poliziotto avrebbe estratto la pistola. "Mi ha riconosciuto e ha deciso di terrorizzarmi", accusa ora il cantante che parla di "grave atto intimidatorio" nei suoi confronti, "Ho creduto davvero che volesse spararmi".

"Martedì sera, alle 7,45 in Via del Corso a Roma, il poliziotto raffigurato in foto ha intimidito mio zio per 35 minuti, chiedendogli i documenti, ma Morrissey non li aveva con sé", ha aggiunto su Facebook Sam Esty Rayner, nipote (e fotografo) del cantante, "L’agente ha detto So chi sei, mentre Morrissey ha risposto: Conosco la legge, conosco i miei diritti e so che non hai motivo di fermarmi. Il poliziotto ha quindi gridato con forza, facendo radunare sul posto una folla di oltre 100 persone e tenendo la mano sulla pistola per tutto il tempo. Infine, Morrissey è andato via, e l’agente non l’ha seguito".

Immediata la replica della questura, che ha spiegato come l'auto sia stata fermata per controlli antiterrorismo: "L’autovettura, percorrendo via della Frezza contromano, nel tardo pomeriggio di martedì, è arrivata a tutta velocità in una via del Corso affollata per lo shopping dei saldi", dice la polizia, "Gli agenti in motocicletta non hanno esitato a fermare l’auto ed identificare le due persone a bordo". Gli agenti hanno quindi multato l'autista e notato "un atteggiamento ostativo" da parte del passeggero (cioè Morrissey): "Cittadino inglese, ha insistito nel dire di non avere l’obbligo di declinare le proprie generalità né di dover esibire i documenti in quanto non aveva commesso alcun reato, stupito dal fatto di non essere stato peraltro riconosciuto", spiegano dalla questura, "Dopo varie insistenze gli agenti, che parlavano inglese, consentivano per ben due volte alla persona di effettuare telefonate in albergo e, facendosi passare l’interlocutore, apprendevano l’identità dell’uomo potendo effettuare ulteriori accertamenti anche in assenza di documenti.

Durante il controllo l’artista, infastidito scattava delle foto al poliziotto minacciando lei diverrà famoso".

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