Cronache

Nel più piccolo Comune d'Italia battuto il candidato arcobaleno

A Morterone (Lecco), comune più piccolo d’Italia, dove il candidato sindaco del partito Gay è stato battuto. A vincere è stato Dario Pesenti, 58 anni, avvocato ed ex assessore al territorio del capoluogo, con 12 voti su 22 elettori che si sono recati alle urne

A Morterone il partito Gay non sfonda
A Morterone il partito Gay non sfonda

Il fronte Lgbt politicamente non sfonda. Almeno così è successo a Morterone (Lecco), comune più piccolo d’Italia, dove il candidato sindaco del partito Gay è stato battuto. A vincere è stato Dario Pesenti, 58 anni, avvocato che ha ricoperto l’incarico di difensore civico della Provincia di Lecco oltre ad essere ex assessore al territorio del capoluogo. E’ lui il nuovo sindaco di Morterone: Pesenti ha ottenuto 12 voti su 22 elettori che si sono recati alle urne.

Lo sfidante arcobaleno battuto di tre voti

Staccato di tre preferenze (nove voti totali) lo sfidante Andrea Grassi, 32 anni, imprenditore di Villa d'Adda (Bergamo), che era appunto il candidato sindaco del Partito Gay LGBT +. Ma chiuse le urne e proclamato il sindaco Grassi non si è comunque arreso e ha subito annunciato ricorso al Tar. Tutto mentre il nuovo sindaco che si era candidato con la civica "Morterone Insieme" non si è detto preoccupato del ricorso annunciando che fin da domani si metterà al servizio dei cittadini con la sua esperienza amministrativa. "Questo risultato è frutto di una campagna senza note aggressive ma contattando le persone", ha detto Pesenti.

Ventisette votanti e affluenza "bulgara"

Nel paese più piccolo d’Italia erano chiamati al voto 27 aventi diritto e alla fine l'affluenza è stata la più alta di tutta la Lombardia con oltre l'80%. A motivare il ricorso del partito gay è il ritardo con cui Dario Pesenti aveva depositato la sua lista. Il neo eletto sindaco, infatti, si era presentato a Morterone senza sapere che gli uffici municipali si trovano a Ballabio, comune a 16 chilometri e mezzo di distanza. Fatto che ha rischiato di non far candidare la lista civica ammessa solo dalla commissione elettorale che aveva recepito il problema di consegna dei documenti. La lista arcobaleno si era presentata per evitare che il Comune venisse commissariato visto che il sindaco uscente Antonella Invernizzi aveva deciso di non ripresentarsi. Da qui la decisione del partito Gay per i diritti Lgbt che aveva candidato Andrea Grassi all’inizio unico pretendente allo scranno di primo cittadino. Poi la corsa è diventata a due con la lista Civica che ha vinto per sole tre preferenze.

In consiglio nessun residente

Anche la composizione del consiglio comunale, sempre che il Tar non cancelli l'esito di oggi, costituirà una pagina inedita per Morterone.

Per la prima volta infatti nessun residente o persona che ha una seconda casa a Morterone siederà nell'assemblea comunale.

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