Cronache

Giallo sulla morte di Sabrina, ora parla una vicina di casa: "Quel giorno urlava aiuto"

Il gip di Modena ha disposto la custodia cautelare in carcere per il sospettato a seguito dell'interrogatorio di garanzia avvenuto durante la giornata di ieri

Giallo sulla morte di Sabrina, ora parla una vicina di casa: "Quel giorno urlava aiuto"

Alessandro Pasini, il 45enne arrestato ed accusato di omicidio ed occultamento di cadavere di Sabrina Beccalli, resta in carcere anche dopo l'interrogatorio di garanzia che si è svolto durante la giornata di ieri, come disposto dalla gip di Modena Giulia Masci. Nel frattempo proseguono alacremente le ricerche del corpo della vittima, 39enne di Crema di cui si erano perse le tracce dallo scorso Ferragosto.

La ricostruzione

Secondo la versione fornita agli inquirenti, Sabrina Beccalli sarebbe deceduta a seguito di un malore causato dall'assunzione di sostanze stupefacenti. Questo, in sostanza, il racconto di Pasini, che avrebbe ammesso le proprie responsabilità solo in modo parziale, sostenendo di aver soltanto bruciato l'auto contenente il cadavere della 39enne ma non di averla uccisa. Una versione che non ha tuttavia convinto i carabinieri del nucleo operativo di Crema, il cui lavoro si svolge sotto le direttive del tenente colonnello Carlo Maria Repetto.

Dopo aver interrogato il sospettato, la gip di Modena ha determinato la custodia cautelare in carcere per Pasini, il quale "ha dimostrato di essere un soggetto disposto a tutto pur di modificare lo stato dei luoghi e delle persone considerato che ha occultato il cadavere della Beccalli e dato alle fiamme la sua auto". Questo, riportato da Agi, è il parere del giudice, che ha anche parlato nella sua ordinanza della "negativa personalità" del soggetto, tra l'altro"gravato da numerosi precedenti penali". Un "temperamento violento" emerso anche dalla testimonianza rilasciata dalla sua ex convivente, S.L., che ha rivelato di essere stata "aggredita e malmenata più volte" dal 45enne, da lei denunciato per violenza sessuale.

Le testimonianze

"Pasini era un ragazzo che si vedeva con Sabrina per questioni legate alla droga, non c'era nessuna relazione tra loro. Lei spesso andava a casa di Ale per fare uso di stupefacenti", avrebbe invece raccontato un amico del sospettato, sentito dagli inquirenti durante le indagini.

Stando a quanto rivelato parzialmente da Pasini, ipotesi corroborata dal racconto di un'altra donna, Sabrina sarebbe morta nell'appartamento in cui viveva la ex convivente e compagna S.L.. La testimone M.C. Avrebbe infatti raccontato che "il 15 agosto alle 5 del mattino aveva chiamato il 112 per informare i carabinieri di avere sentito provenire dalla zona di Porto Franco (dove era a conoscenza che vivesse la convivente di Pasini, S.L., in quei giorni in Sicilia per trascorrere le vacanze estive) delle urla sofferenti di una donna che con voce strozzata gridava più volte 'Aiuto, aiuto, no'". La stessa M.C. Avrebbe anche aggiunto un ulteriore importante dettaglio spiegando che verso le 14:30 "affacciandosi alla finestra del balcone posto proprio di fronte all'appartamento della S.L. notava Pasini transitare in via Porto Franco col suo monopattino".

Come anticipato, S.L. durante l'interrogatorio avrebbe confermato sia la relazione con Pasini (conclusasi il 3 agosto) che le violenze subite. Ciò nonostante, e questo è un aspetto di fondamentale importanza, il 45enne "aveva a disposizione le chiavi del suo appartamento in quanto lei stessa gliele aveva lasciate, su richiesta di Pasini, sotto la sella dello scoter di quest'ultimo". I Ris stanno effettuando i rilievi anche nell'abitazione.

Secondo le ultime informazioni rilasciate, la casa si era ormai riempita di gas, in quanto Pasini aveva tagliato il tubo della caldaia prima di abbandonare la struttura: il rischio per i cittadini e per le forze dell'ordine era dunque altissimo."Solo per il fatto che per entrare abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco, che sono entrati dalla finestra e il gas è uscito, non è successo un disastro", ha dichiarato il colonnello Repetto.

Prosegue il lavoro degli inquirenti

Le ricerche del cadavere vanno avanti nel territorio di Vergonzana, frazione di Crema dove è stata rinvenuta l'auto della vittima, divorata dalle fiamme. La presenza del sospettato in zona sarebbe confermata tra l'altro dalle immagini riprese da alcune videocamere di sorveglianza. Le autorità si sono concentrate soprattutti sui canali di irrigazione, visto il ritrovamento in prossimità di uno di essi dei sandali indossati dalla 39enne. Proprio stamani, inoltre, è stata posta sotto sequestro una cisterna di liquami, nella quale gli inquirenti sperano di ritrovare il corpo della vittima: saranno necessari almeno due giorni per svuotarla parzialmente e permettere ai carabinieri di dare il via alle ricerche.

Secondo le ultime ipotesi formulate dagli inquirenti e riportate da "Tgcom24", Sabrina sarebbe stata uccisa dopo aver rifiutato le avances sessuali di Pasini, divenuto furioso una volta respinto. "Nell'ordinanza si trovano alcuni elementi, come il fatto che una signora ha sentito grida di aiuto provenire da quella zona da parte di una donna. È poco credibile che una persona in overdose chieda aiuto, e nel caso lo farebbe rivolgendosi a una persona che conosce chiamandola per nome e non dicendo genericamente 'aiuto'", spiega infatti il tenente colonnello dei carabinieri Lorenzo Carlo Maria Repetto. "Un'ipotesi è che la motivazione possa essere un rifiuto a un'avance sessuale. L'incontro era dovuto al fatto che entrambi consumavano stupefacenti. Le dichiarazioni del Pasini fanno presumere che lui avesse anche altre intenzioni e non è detto che la donna fosse d'accordo", continua il colonnello.

Il sospettato, dunque, avrebbe inizialmente dichiarato di aver dato fuoco all'auto con all'interno il corpo della 39enne nel tentativo di sviare le indagini (i resti rinvenuti all'interno dell'abitacolo erano quelli di un cane). "Ha pensato evidentemente di sviare le indagini in questo modo pensando che i resti non potessero essere identificabili.

Evidentemente ha occultato il corpo da altre parti, per far sì che noi non avessimo tracce di atti violenti, che noi pensiamo invece siano accaduti", conclude Repetto.

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