Cronache

Pestato dalla baby gang, 18enne finisce in coma

La violenza compiuta dalla baby gang è avvenuta nelle vicinanze della ex stazione ferroviaria di Lanciano. I genitori del 18enne chiedono giustizia e invitano i testimoni che hanno assistito all’aggressione a farsi avanti e a parlare

Pestato dalla baby gang, 18enne finisce in coma

Un dolore profondo ed un senso di impotenza nel vedere il proprio figlio immobile in un letto di ospedale e non poter fare niente per alleviare le sue sofferenze. Sono questi i sentimenti che sta provando Paola, la madre di Giuseppe Pio D'Astolfo, il 18enne di Lanciano ridotto in fin di vita "per futili motivi", come affermano gli inquirenti, da una baby gang nella notte tra sabato e domenica.

La signora è sconvolta. Non chiede vendetta ma giustizia. Perché i responsabili di tanta violenza non possono passarla liscia. "Io so soltanto che per questa grande violenza che ci hanno inflitto gratuitamente, senza una ragione, queste persone devono pagare. Quel ragazzo è la mia vita, da me non otterranno mai alcun perdono finché avrò respiro", ha raccontato la donna al Corriere della Sera.

Nelle ultime ore c’è stata una importante svolta nelle indagini. Grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona e al racconto degli amici che erano della vittima sono stati identificati e denunciati cinque giovani per l'aggressione al 18enne. Lo comunicano i carabinieri precisando che si tratta di persone del luogo. I giovani sono tutti cittadini italiani appartenenti alla stessa famiglia rom. A sferrare l'unico violentissimo pugno alla tempia sinistra della vittima il più piccolo del gruppo, ancora tredicenne. Altri due hanno 14 e 15 anni, un quarto ne ha compiuti 18 da poco mentre il più grande ne ha 30. I due maggiorenni sono già noti alla giustizia.

I militari hanno accertato che alla base della folle aggressione ci sono futili motivi: i cinque, che pare conoscessero la vittima e gli amici, si sarebbero avventati sul 18enne e sulla coppia di fidanzati "infastiditi" dal loro invito ad abbassare la musica. A peggiorare le cose l'abuso di alcol. Sono tuttora in corso ulteriori approfondimenti investigativi da parte dei carabinieri.

Il giovane era stato aggredito intorno a mezzanotte da un gruppo di cinque ragazzi, fra cui probabilmente c'erano dei minorenni, ed ora è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale di Pescara a causa di un ematoma alla testa con emorragia interna. Condizioni serie le sue tanto che i medici hanno deciso di operarlo. L'ematoma nella parte sinistra del cranio è stato rimosso ma le sue condizioni restano critiche.

I drammatici fatti sono avvenuti nelle vicinanze della ex stazione ferroviaria di Lanciano, dove il 18enne stava bevendo nei pressi dei binari con due amici, un ragazzo e una ragazza. Questa è un'area demaniale, gestita dall'azienda di trasporto pubblico Tua, situata nei pressi della via principale della città. La sera è il ritrovo di tanti ragazzi che vanno lì a bere o a fumare. Forse potrebbe essere stato l’alcol a scatenare la violenza. Pare che la baby gang cercasse soltanto una scusa per litigare con chi capitava. Probabilmente era un modo balordo per trascorrere il tempo.

Nel mirino sono finiti Giuseppe e i suoi amici. Improvvisamente è scoppiata la lite. La baby gang dalle parole è passata subito ai fatti. I tre amici sono stati inseguiti: l'unico a essere raggiunto è stato il 18enne, al quale un membro del gruppo di cinque ha sferrato un pugno alla tempia. Un colpo devastante. La vittima ha subito perso i sensi. Il giovane è rimasto a terra fino a quando gli amici sono tornati a recuperarlo, aiutati da una ragazza che si trovava nella zona al momento della violenza. Pareva che si fosse ripreso, Giuseppe, tanto che era stato riportato a casa sua e non in quella dei genitori. Il 18enne, infatti, è autonomo e lavora come commesso in un negozio di surgelati. Il peggio, invece, non era passato. Visto che non rispondeva agli stimoli, gli amici hanno contattato il 118 che, a sua volta, lo ha portato all'ospedale di Lanciano. Constatate le sue condizioni, i sanitari hanno deciso il trasferimento all'ospedale di Pescara nel reparto di neurochirurgia. "Non peggiora ma è ancora in pericolo di vita", dice il primario del reparto di Terapia intensiva dell'ospedale di Pescara, Rosa Maria Zocaro. Giuseppe è in coma farmacologico, uno stato volto a proteggergli il cervello da ulteriori rischi.

La città è sconvolta da questo atto di violenza compiuto dalla baby gang. "Stiamo valutando di costituirci parte civile nel processo a carico dei responsabili, si tratta di un episodio che purtroppo rimanda ad altri simili verificatisi di recente in Italia e che deve farci riflettere sulle ragioni per cui la violenza sembra farsi largo in questo modo tra i nostri giovani", ha affermato il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo.

Le indagini per individuare tutti i responsabili della violenza proseguono anche dopo l'individuazione di 5 ragazzi che facevano parte del branco. Lesioni personali gravi è l'ipotesi di reato su cui sta indagando la Procura di Lanciano. Ma non è escluso che nella vicenda si possa inserire il tribunale per i minorenni dell'Aquila. Ieri militari hanno di nuovo interrogato i due amici di Giuseppe, un 25enne e la fidanzata di 16, poi hanno sentito nuovi possibili testimoni e visionato i filmati delle telecamere della zona. Mossa giusta che ha permesso di dare un volto ai presunti responsabili dell'aggressione.

La mamma di Giuseppe a Il Messaggero invita ad "abbattere il muro di omertà su questa terribile vicenda. Mio figlio si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato". Dello stesso tenore l’invito lanciato dal padre del 18enne: "Si facciano l' esame di coscienza i giovani che hanno aggredito mio figlio mettendolo a rischio di vita… Riflettano su quanto hanno fatto. Quanto accaduto non è uno scherzo".

Intanto Giuseppe dal letto dell’ospedale sta lottando con tutte le forze per salvarsi e tornare ad abbracciare la mamma ed il papà.

Sarebbe il regalo più bello per i genitori ora provati da un dolore terribile.

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