Politica internazionale

Quei deliri grillini dei figli di un comico

Dobbiamo ammetterlo: lo scherzo telefonico ai danni di Giorgia Meloni ordito dal duo russo Vovan e Lexus, che si sono spacciati per politici africani di alto rango, è divertente

Quei deliri grillini dei figli di un comico

Ascolta ora: "Quei deliri grillini dei figli di un comico"

Quei deliri grillini dei figli di un comico

00:00 / 00:00
100 %

Dobbiamo ammetterlo: lo scherzo telefonico ai danni di Giorgia Meloni ordito dal duo russo Vovan e Lexus, che si sono spacciati per politici africani di alto rango, è divertente. Ma ieri ci sono state almeno un paio di cose che sono riuscite a superarlo ampiamente, rompendo fragorosamente il muro del suono del senso del ridicolo. Mettiamole in ordine: in cima al podio di chi finisce seppellito dalle risate c'è Giuseppe Conte. «Giorgia Meloni ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi». Lo ha detto Giuseppe Conte, l'ex premier, non un suo omonimo, lui, il leader di un partito fondato da un comico, colui il quale da anni prende ordini da un comico e che durante la sua presidenza del Consiglio concordava col succitato comico anche se bere l'acqua liscia o frizzante, oltre che la politica nazionale e internazionale. E già tutto questo sarebbe molto comico, se la premiata ditta grillina non avesse sfasciato un Paese. Non solo, l'ex avvocato del popolo ha pure un'aggravante: la Meloni non sapeva di stare parlando con due buffoni, lui invece sì.

Non pago rincara la dose: «Abbiamo fatto una figuraccia planetaria». Ah sì? Come quando il suo ministro e pupillo Di Maio chiamò «Ping» il presidente cinese Xi Jinping o delirava sulla sconfitta della povertà dai balconi dei palazzi delle istituzioni? Senza dubbio, in quei casi, si vedeva balenare l'imprinting del fondatore genovese.

Ma dopo i Cinque Stelle arrivano gli esponenti del Pd e della sinistra tutta a indignarsi, accrescendo così la mole del grottesco: in assenza di validi motivi, si accontentano di appendere la loro battaglia di opposizione e il loro sempiterno cipiglio pure a uno scherzo telefonico.

Anche perché, al netto della burla, la premier non ha detto nulla di sconveniente o divergente dalla linea politica che il suo esecutivo ha sempre tenuto: chi non è stanco di un conflitto sanguinoso che si protrae da più di un anno e mezzo? E fa sorridere (ancora una volta) che a denunciare questo desiderio di pace siano quelli che nella bandiera arcobaleno si avvolgono sempre a favor di telecamera. Ma scommettiamo che le polemiche e le risate continueranno perché, si sa, non c'è nulla di più ridicolo di chi prende sul serio ciò che serio non è, come uno scherzo, appunto.

Ps. Suggerimento non richiesto: consigliamo a Vovan e Lexus, se mai dovessero trovarsi male in Russia, di venire qui in Italia.

Ci metterebbero un attimo a diventare leader dell'opposizione.

Commenti