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Renzi al minimo storico

Etruria e rissa con Grillo, il premier sotto il 30%

Renzi al minimo storico

Quella tra Renzi, al minimo storico, e Grillo, in calo di consensi, è una guerra tra deboli. L'Etruria e Quarto hanno svelato il trucco.

Credevano che l'Italia fosse cosa loro. Ora arrancano tra imbarazzi e vittimismi, con i sondaggi impietosi che raccontano un'altra realtà. Incapaci di affrontare le difficoltà, preferiscono depistare la verità e attaccare l'altro.Il caso Etruria preoccupa seriamente Renzi. È una crepa nella narrazione che fa di se stesso, tocca un argomento molto delicato per gli italiani e tocca la sua famiglia e quella della Boschi. I sondaggi dicono che gli elettori cominciano a non fidarsi più di lui. Sono scesi per la prima volta sotto la soglia del 30%, un limite delicato per un premier, perché spesso rappresenta l'inizio della fine.

Deve sperare che passi la nottata. Solo che deve svegliarsi in piedi, non in ginocchio. La parola d'ordine per arrivare alla meta è quindi far dimenticare l'Etruria, con tutti i mezzi, soprattutto sviando l'attenzione su altro, sugli altri.Gli altri sono il Movimento Cinque stelle. I grillini stanno cercando di diventare grandi, ma nella metamorfosi vengono fuori le loro contraddizioni. Ci sono le difficoltà di Grillo e Casaleggio nel tutelare il marchio di fabbrica, le ambizioni e le rivalità tra i piccoli leader Fico, Di Maio e Di Battista, la consapevolezza della base che, alla fine, uno non valga esattamente uno e, soprattutto, il doversi confrontare con l'arte di amministrare una città o un territorio. In questo momento anche i Cinque Stelle hanno paura. Paura di non riuscire mai a diventare grandi.

Questa guerra tra renziani e grillini arriva al momento giusto. Entrambi sono convinti che convenga. Renzi la usa come diversivo. Grillo per impotenza. Ma la rissa è vera e alla fine in piedi potrebbe restarne solo uno. O magari nessuno dei due.

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