Cronache

Salvate l’orso Papillon: rinchiuso e stressato si sta lasciando morire

Dopo l'ennesima cattura dell'Orso Papillon, sono stati inviati i Carabinieri Forestali per controllare lo stato di salute all'interno del parco Casteller, che hanno scoperto un'amara verità

Salvate l’orso Papillon: rinchiuso e stressato si sta lasciando morire

"Ha smesso di mangiare è triste e in questo stato non può continuare a lungo”. Questo l’allarme lanciato per l’orso Papillon, chiamato con la sigla M49, che più di una volta era riuscito a scappare tanto da venir nominato dal Guardian: “l’escape genius”. Il plentigrado dopo essere stato per l’ultima volta riacciuffato era stato portato nel parco di Casteller, insieme ad altri due orsi un maschio M57 e una femmina anziana DJ3. Le condizioni in cui sono trattati e nello spazio vitale in cui sono costretti a vivere (l’orsa più anziana ha ormai smesso di muoversi) ha richiamato l’attenzione della Procura di Trento che sta indagando.

Dopo l’ultima cattura Papillon era arrivato nel centro dimagrito di 40 chili e i verbali degli ispettori che hanno portato avanti le verifiche hanno allarmato anche il ministro dell’ambiente Costa da sempre a favore della liberazione di questi animali, che ha lanciato l’allarme. I Carabinieri Forestali inviati dal ministro sono venuti a conoscenza delle reali condizioni degli orsi, anche grazie all’impegno della Leal (Lega antivivisezionista ndr) che sono sicuramente diverse da quelle dichiarate ufficialmente dalla provincia di Trento.

Negli atti si legge: “Nell’arco di 48 ore la situazione ha subito un grave peggioramento. Tutti e tre gli orsi versano in una situazione di stress psico-fisico molto severa, dovuta in primis alla forzata e stretta convivenza dei tre esemplari, contrariamente a quanto permette la base etologica di specie ed alle ridotte dimensioni degli spazi a disposizione. M49 ha smesso di alimentarsi e scarica tutte le sue energie contro la saracinesca della tana. Reagisce in maniera nervosa alla presenza umana.

M57 si alimenta, ma ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata, prodromo di stereotipia. Presenta anche lesione cutanea nell’avambraccio sinistro, dovuto allo sfregamento nell’attività di cui sopra. DJ3, a causa della presenza e degli atteggiamenti degli altri due esemplari, spaventata, si è nascosta nel boschetto del recinto esterno, e non torna in tana per alimentarsi. A questo si aggiunge l’imminente inizio dei lavori di costruzione delle gabbie di tana 2 e tana 3. Vista la delicata situazione si decide di somministrare per la prima volta dalla loro detenzione al Casteller dell’alprazolam (ansiolitico) a M49 e M57 per ridurre lo stato di stress, finché si concluderanno i lavori di costruzione delle gabbie”.

Nelle conclusioni si legge: "Le condizioni di detenzione degli orsi, che dovranno prolungarsi per un periodo di diversi mesi, non garantiscano adeguate condizioni di benessere degli esemplari. La traslocazione dell’orso DJ3 potrebbe determinare un miglioramento delle condizioni di captivazione della femmina, tuttavia tale traslocazione compita potenziali rischi per l’incolumità del medesimo e/o degli altri individui ospitati nella struttura di Spornaggiore. Si evidenzia che, tenuto conto delle dimensioni e la struttura del recinto Casteller, pur con gli adeguamenti programmati, la prevista cattura e captivazione di ulteriori tre individui metterebbe in difficoltà l’intero sistema di gestione".

Da questo report si evince quindi che la loro salute fisica e psicologica non è delle migliori e viene quindi chiesta la liberazione immediata, in vista anche del prossimo letargo, adottando misure di protezione antiorso, in modo da evitare incidenti. Solitamente gli orsi sono animali che non attaccano l’uomo se non in stato di pericolo. Scendono a valle soltanto per rovistare nei cassonetti in cerca di cibo.

Le misure da mettere in campo per la protezione degli abitanti e dei turisti potrebbero essere minime ma molto efficaci ridando la libertà a questi meravigliosi animali.

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