Cronache

Scrive "Come uccidere il proprio marito" e poi lo mette in pratica

Una donna statunitense è accusata di aver ucciso il marito. Qualche tempo prima la stessa aveva pubblicato, sul suo blog, un saggio dal titolo "How to murder your husband"

Scrive "Come uccidere il proprio marito" e poi lo mette in pratica

Dal 2018 Nancy Crampton Brophy, scrittrice statunitense, è la protagonista di un assurdo episodio di cronaca nera. La donna 71enne è accusata di aver ucciso suo marito Daniel, ma la vicenda ha dei risvolti davvero incredibili. I fatti sembrano usciti da uno dei suoi thriller.

La donna è l'autrice di "How to murder your husband", pubblicato nel 2011, un saggio che parla di come uccidere il proprio marito e qualche tempo dopo produce "The Wrong Husband" (Il marito sbagliato), un'altra storia dallo sfondo inquietante e pieno di violenze. L'ingegnosa mente di Nancy, secondo l'accusa che la vede imputata da quasi 3 anni, è servita anche per mettere su un omicidio (quasi) perfetto.

La loro storia d'amore

Negli anni Novanta Nancy Crampton è una giovane donna che si trasferisce a Portland nella speranza di un futuro migliore. Tra i suoi hobby c'è anche quello della cucina e quindi comincia a seguire delle lezioni nel pomeriggio. Lì incontra quello che sarà il suo futuro marito: lo chef Daniel Brophy. I due sono innamorati e vanno a vivere insieme. Mentre il marito è fuori per lavoro, Nancy prova a scrivere qualche romanzo ma senza successo. La donna allora mette da parte la scrittura e cerca un lavoro che possa sostenerla economicamente. Dopo varie ricerche viene assunta nel settore assicurativo e i due riescono a racimolare il minimo indispensabile per vivere serenamente.

In questo modo i due vivono nella loro quotidianità che da fuori appare tranquilla, ma oggi, con ciò che è successo, si comincia a dubitare di quella che sembrava un'apparente normalità.

L'omicidio del marito e le accuse

Durante una giornata di sole del 2 giugno del 2018, in Oregon, Daniel Brophy viene raggiunto da due colpi di pistola che lo uccidono. L'uomo era appena arrivato nella scuola di cucina dove continuava a lavorava. Allertate, le forze dell'ordine si precipitano sul posto esaminando l'intera scena del crimine e interrogando le persone più vicine all'insegnante.

Crampton Brophy, in lacrime, racconta che il marito quella mattina si era svegliato molto presto ed era uscito di casa intorno alle 7, come ogni giorno. La scrittrice però aggiunge un particolare che non desta molti sospetti, dichiara di aver comprato una pistola per stare sicura a casa e la mostra agli agenti. Dalle prime analisi l'arma non combacia con quella utilizzata per uccidere il marito, quindi la scrittrice può tornare a casa.

Le cose cambiano, però, quando vengono esaminati i video delle telecamere di sicurezza di un locale vicino alla scuola in cui insegnava l'uomo. Facendo molta attenzione alle immagini, gli agenti si soffermano su un camioncino che passa più volte in quella strada nell'orario dell'omicidio. Alla guida c'è una donna che somiglia proprio alla moglie della vittima.

Interrogata nuovamente, la scrittrice continua a ripetere che a quell'ora si trovava a casa, ma gli investigatori non le credono, nonostante non abbiano trovato alcuna correlazione con l'arma del delitto e quella conservata in un cassetto. Le domande continuano e la donna comincia a fare confusione, ammettendo la possibilità di essere passata davanti al luogo di lavoro del marito, ma solo per trarre ispirazione per i suoi gialli. Quella è la prova schiacciante che fa scattare le manette.

L'accusa è di aver commesso l'omicidio in un luogo isolato lontano da testimoni, con un'arma costruita a casa. Gli ingranaggi della pistola, infatti, sarebbero stati messi insieme da pezzi provenienti da altri oggetti. La 71enne avrebbe quindi escogitato l'intero omicidio tempo prima, così da non destare alcun sospetto. Inoltre, pare che sia venuto fuori anche un documento, firmato precedentemente dal marito, che andrebbe a chiudere il cerchio. Si tratta di un'assicurazione sulla vita, che ammontava a una cifra dal valore di circa 1,4 milioni di dollari (circa 1,3 milioni di euro), in cui l'unica beneficiaria dell'incasso risulta proprio la Crampton Brophy.

Il parallelismo con le sue opere

Sette anni prima dell'omicidio la donna aveva scritto un saggio, pubblicato online, dal nome "Come uccidere tuo marito" e qualche tempo dopo un libro dal titolo "Il marito sbagliato", entrambi con trame legate ad omicidi, violenze e vendette. In modo particolare, l'ultimo vede come protagonista una donna che cerca fuggire dagli abusi del compagno fingendosi morta. Ciò che, tra le tante cose, è saltato all'occhio degli inquirenti è stato soprattutto notare come gran parte delle sue storie avevano all'interno piani elaborati per evitare di essere scoperte. Anche l'arma era stata preparata con cura mesi prima, grazie all'assembramento di vari pezzi derivanti da altri oggetti e un kit presi online. A queste accuse la donna aveva risposto: "Come autrice di libri romantici di suspense passo molto tempo a pensare agli omicidi e quindi anche alle procedure della polizia".

I due, inoltre, pare fossero in difficoltà finanziarie e avevano saltato il pagamento di qualche rata del mutuo, soldi che però sono stati trovati grazie all'assicurazione. Durante una delle fasi del processo che la vedono imputata, la scrittrice ha negato che ci fossero dei problemi: "Stavamo vivendo il momento più felice della nostra vita e, a dirla tutta, stavo meglio economicamente con Dan vivo che morto - e voltandosi verso la giuria ha continuato -.

Dov’è il movente, chiederei io a voi? Un editor a questo punto riderebbe e vi direbbe di lavorare meglio sulla vostra storia, che ha un grosso buco".

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