Coronavirus

Virus, Garattini: "Il vaccino potrebbe arrivare entro fine anno"

Il farmacologo, nel commentare gli ultimi numeri, ha illustrato le prossime precauzioni da prendere (soprattutto perché nei vari Paesi il contagio non è allo stesso punto). E sulla fase 2 dichiara: "Vorrei fosse presto, ma non sono un indovino"

Virus, Garattini: "Il vaccino potrebbe arrivare entro fine anno"

Per Silvio Garattini, presidente e fondatore dell'istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di Milano, il dato più significativo legato alla diffusione del coronavirus delle ultime ore è quello della diminuzione dei ricoveri: "Vuol dire che, globalmente, dovrebbe essere diminuito il contagio. Questo è un dato positivo e che c'è da qualche giorno, speriamo che continui e, se continua, è finalmente una buona notizia". Ma alla domanda su quanto manchi alla fase due, il farmacologo ha detto: "Vorrei che fosse presto, ma non faccio l'indovino".

I comportamenti virtuosi

Lo scienziato, ospite questa mattina dei microfoni di "Circo Massimo", su Radio Capital, ha commentato il trend positivo delle ultime ore e ha chiarito che questo non è il momento di abbassare la guardia: "Bisogna dare la comunicazione che le cose migliorano e continueranno a migliorare se teniamo i comportamenti che abbiamo tenuto fino a oggi". E alla domanda su cosa è necessario fare per evitare una seconda ondata di contagi, il farmacologo italiano ha specificato che bisognerà cercare di non allentare troppo i comportamenti virtuosi e prendere le dovute precauzioni con gli altri Paesi interessati dal contagio.

I vaccini

Secondo quanto segnalato da Garattini, i tempi per un vaccino, definito dallo scienziato "la cosa più possibile", o per qualche farmaco in grado di aiutare il sistema, saranno sicuramente lunghi, anche se ci sono "moltri centri che stanno lavorando ed esistono ben 41 tipi di vaccini in preparazione a livello mondiale". In base a quanto chiarito dal fondatore dell'istituto Negri, queste iniezioni potrebbero essere pronte per la fine dell'anno, "perché alcuni hanno già avviato la sperimentazione animale, altri in autunno inizieranno la sperimentazione sull'uomo". "Bisogna prepararsi: se il primo vaccino arriva prima in un Paese x, è molto difficile che in un primo tempo sia disponibile in un Paese y", ha chiarito Garattini.

Cosa deve fare l'Europa

"Se l'Europa funziona, bisognerebbe avere un centro europeo di monitoraggio che, quando un vaccino sarà pronto, possa fare in modo di trasferirlo per la produzione in altri Paesi, attraverso licenze obbligatorie", ha spiegato il farmacologo. Che poi ha aggiunto: "Se non si prepara per tempo, poi ci sarà la corsa al vaccino e ci saranno molte complicazioni. Questo è uno dei problemi, anche perché, all'inizio, non ci sarà il vaccino per tutti, bisognerà somministrarlo prima di tutto agli operatori sanitari e poi a quelli che lavorano in fabbrica. Ci sarà una graduatoria, ma tutto questo bisognerà prepararlo, non si improvvisi all'ultimo momento".

Le possibili soluzioni

Garattini, nel sottolineare l'importanza delle misure restrittive utili a contenere il contagio da Covid-19, ha chiarito anche che l'essere chiusi in casa nelle proprie abitazioni non può essere una soluzione a lungo termine e ha dichiarato: "Non possiamo andare avanti per tutto l'anno rinchiusi in casa: ci sono effetti positivi nell'evitare il virus, ma ci sono tanti effetti negativi, perché non siamo fatti per stare chiusi in casa tutto il giorno". E ribadendo l'importanza di trovare delle soluzioni utili ha aggiunto: "Una è quella di identificare chi ha sviluppato anticorpi, in grado quindi di non infettare e di non essere infettati, anche se non sappiamo quanto durano gli anticorpi. Queste persone, con le giuste precauzioni, potrebbero tornare a lavorare".

I test sierologici

Come spiegato da Garattini il modo più veloce ed efficace per testare gli anticorpi sembra essere quello dei cosiddetti test sierologici che, però, non avrebbero una validazione univoca a livello nazionale. "Ci sono tante metodologie, bisogna che si cerchi di attuare tutti la stessa: non è facilissimo in una situazione d'emergenza, ma bisogna cominciare a farlo", ha spiegato Garattini. Che ha aggiunto: "In alcune regioni si è cominciato a fare questo tipo di analisi, come in Toscana. Bastano due gocce di sangue e l'analisi è anche relativamente veloce. È sicuramente una vita percorribile. Abbiamo ancora qualche settimana per uniformare i laboratori con un unico certificato di garanzia per questi test, ma in emergenza si accettano anche le cose che non sono perfette".

Le prossime precauzioni

Il farmacologo su Radio Capital ha poi commentato anche i dversi tempi di diffusione della malattia da uno Stato all'altro e ha spiegato che sarà necessario prendere delle precauzioni, "perché i vari Paesi non sono tutti allo stesso livello, quindi è chiaro che qualcosa bisognerà fare per evitare quello che siamo riusciti a risolvere qui ce lo ritroviamo perché altri ce lo portano".

E ha specificato che quanto accaduto con la Cina può succedere in qualsiasi altro Paese europeo o in altri continenti.

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