Cronaca locale

Dado canta e... ballicchia al teatro Ciak

Il comico si arrotola le maniche e sfodera la sua chitarra per un’ora di irresistibili risate

Sergio Rame

Inganna il pubblico con il suo atteggiamento dimesso ed il suo aspetto riservato. Nasconde una forza dissacrante verso i luoghi comuni e tutte le convenzioni. Una presenza mite, pronta a sorprendere lo spettatore con la mimica clownesca: è Dado, personaggio dello Zelig circus, ad animare il palcoscenico del Teatro Ciak con il suo nuovo spettacolo Suono, canto, recito... e ballicchio.
Silenzio in scena. Si apre il sipario. Dado si arrotola le maniche della camicia sulle avambraccia e sfodera la sua chitarra: da questo momento è un fiume in piena. Sessanta minuti ininterrotti di risate, una grande prova d'attore interpretata con successo e con la cura di rivolgersi a un pubblico eterogeneo. Canzoncine, brevi ma taglienti, si susseguono con ritmo sostenuto. Ogni gesto è calcolato, legato alle note della canzone interpretata: celata tra le battute di questo spettacolo una delle forme più tradizionali di comicità in Italia, il centone che viene, in questa occasione, proposto sotto una nuova veste, con un apparente distacco. Arrotolandosi le maniche della sua camicia, Dado «canticchia» le melodie più conosciute del repertorio italiano, facendone un'irresistibile parodia - o, per essere più precisi, un centone - che, forte della propria verve, riesce a catturare l'attenzione del pubblico pur trascinandolo da una parte all'altra. Con l'aiuto di Mario Scaletta e del regista Augusto Fornari, il comico romano stravolge la realtà per piegarla ai propri scopi e servirla, come su un piatto d'argento, al pubblico. Alice guarda i gatti e i gatti guardano le alici non è solo una battuta dei suoi centoni ma è anche il titolo del suo primo libro che raccoglie gran parte dei testi delle sue esilaranti canzoni (Edito da Kowalski). Lo scorso marzo, Mondadori pubblicava ¾ della palazzina tua: il secondo progetto di Dado era costituito da un album con quattro brani inediti e 49 canzoni cihuaha realizzate con il contributo di molti cantautori italiani, e un libro che raccoglie i testi delle canzoni e le recensioni di colleghi e amici del mondo dello spettacolo - come Attilio De Razza, Maurizio Costanzo, Alex Britti e Antonello Venditti.
Dado suona, canta, recita e - come ammette nel titolo dello spettacolo - cerca anche di ballare pur di buttarsi nel vano tentativo di buttarsi in una completezza che non esiste, ma che si sforza di trovare a tutti i costi. Una ricerca che non porta a nessun risultato, ma che vale la pena di tentare, anche per non trovare: una donna senza suocera, un lavoro senza capoufficio, una casa senza mutuo, una macchine senza rate, un cane senza portarlo quattro volte al giorno a fare la cacca, una televisione senza canone, una casa al mare che usi solo quindici giorni senza dover pagare la tassa sulla nettezza urbana tutto l'anno. Una ricerca, minuziosa, continua e reiterante, che sfocia in un originale cocktail di comicità strampalata, talvolta così avanti che si rischia di ridere «quando si torna a letto sotto le lenzuola». Dado le definisce «battute a peperone» perché prima di fare effetto ci mettono un po’. «Battute di cui, però, non si può più fare a meno», precisa l'artista romano.
Il costo dello spettacolo, che si terrà fino a domenica 21 maggio presso il Teatro Ciak (via Sangallo 33), è di 20 euro per la platea e 15 per la balconata. Per informazioni telefonare allo 02-7611.

0093.

Commenti