Cultura e Spettacoli

Dollar Brand: «Aperitivo» con un piano che prega

Domani alle 11, al Teatro Manzoni di Milano, arriva per «Aperitivo in Concerto» il pianista sudafricano Abdullah Ibrahim (gli ammiratori di lungo corso lo chiamano tuttora Dollar Brand) con il suo sestetto Ekaya. È un gruppo poco noto in Europa. Non a caso Ibrahim lo porta in tournée nel Vecchio continente e «Aperitivo» si è assicurato la prima data italiana. È uno dei concerti più importanti della stagione che ha già provocato il classico assalto al botteghino.
La formazione comprende Andrae Murchison trombone, Antonio Hart sax alto, Keith Loftis sax tenore, Tony Kofi sax baritono, Belden Bullock contrabbasso, George Gray batteria. I musicisti sono in parte diversi da quelli del nuovo cd Sotho Blue, ma gli strumenti e gli arrangiamenti sono gli stessi.
Non sono pochi coloro che considerano Ibrahim uno dei migliori musicisti di jazz e dintorni per le sue melodie delicate «che creano atmosfere incantate già dagli incipit del pianoforte», per i ritmi inconsueti mutuati dall’Africa e per un sentore di romanticismo che non manca mai. Ekaya, però, aggiunge al solito trio jazz di pianoforte-contrabbasso-batteria un trombone e tre sassofoni, richiamando alla memoria addirittura il non dimenticato Stan Kenton di Opus in Pastels.
Nato a Capetown, Ibrahim ha oggi 76 anni ben portati, malgrado abbia trascorso lunghi periodi in volontario esilio per l’apartheid. È molto devoto alla memoria di Duke Ellington che ebbe la fortuna di incontrare a Zurigo nel 1963. Il maestro aveva un occhio infallibile per i nuovi talenti, e fu talmente impressionato dal giovane virtuoso della tastiera - che fino a quel momento aveva pubblicato soltanto due lp per - da organizzare subito per lui una seduta di registrazione della quale si fece garante. L’album Duke Ellington Presents The Dollar Brand Trio fece decollare il pianista a livello internazionale. Si ricordi pure che Ellington spinse la sua ammirazione fino a far sedere il futuro Ibrahim al proprio posto (una sola volta, ma non si citano altri esempi) nella propria orchestra.
Ibrahim sa suonare anche strumenti a fiato e ritmici, ma ormai li ha abbandonati. Può succedere di sentirlo cantare con voce baritonale intensa che ha toni intenzionali di preghiera, più di frequente nella sua copiosa produzioni discografica che nei concerti. Però gli spettatori dei Jazz Tage di Berlino del 1978 ebbero un privilegio unico. Il programma del Festival annunciava sia Dollar Brand sia Miriam Makeba e i due grandi, una sera, improvvisarono un'interpretazione vocale di Tula Dubula, un inno sudafricano di bellezza assoluta.
Fu dopo quel festival che Dollar si convertì all’islamismo, colto da una pulsione religiosa irresistibile. Oggi sostiene che ogni sua esecuzione è una preghiera, e che le sue mani sui tasti sono mosse da Allah.

Non mancano ammiratori che ci credono perché lo dice lui.

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