Scienze e Tecnologia

E' rivoluzione alfabetica: sul web pure indi e arabo

Internet è di fronte a una svolta epocale. Approvato l’uso di indirizzi e domini web con caratteri non latini: da adesso in poi saranno consentiti nomi in alfabeto arabo, coreano, giapponese, geco, indi e cirillico

E' rivoluzione alfabetica: 
sul web pure indi e arabo

Seoul - Internet è di fronte a una svolta epocale: l’Icann (l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers - l’organismo non-profit che gestisce gli indirizzi della rete) ha approvato questa notte a Seoul l’uso di indirizzi e domini web con caratteri non latini: da adesso in poi saranno consentiti nomi in alfabeto arabo, coreano, giapponese, geco, indi e cirillico.

La rivoluzione nel web La decisione, adottata dopo anni di dibattiti e di esperimenti, apre la strada ai governi o agli organismi da loro incaricati, per presentare richieste specifiche a partire dal 16 novembre e consentirà agli utenti di internet di utilizzare le nuove pagine probabilmente già con il nuovo anno. I caratteri più richiesti sono quelli dell’alfabeto arabo e cinese. "Tutto ciò rappresenta un piccolo passo per l’Icann, ma un grande passo per metà dell’umanità che utilizza caratteri non latini, come in Corea, Cina e tutto il mondo arabo", ha affermato Rod Beckstrom, l’amministratore delegato di Icann, subito prima del voto. Finora tutti i domini e indirizzi internet erano limitati ai 26 caratteri dell’alfabeto latino. Dal punto di vista tecnico il cambiamento può avvenire grazie a un sistema di traduzione che consente a differenti alfabeti di essere convertiti nel giusto indirizzo. "Siamo fiduciosi che funzionerà perché lo abbiamo testato per due anni", ha detto Dengate Thrush. L’Icann stima che circa la metà degli 1,6 miliardi di utenti di Internet nel mondo utilizzi una lingua scritta in un alfabeto diverso da quello latino. "Questa svolta è quindi necessario non solo per metà degli utenti mondiali di Internet oggi, ma probabilmente per oltre la metà dei futuri utenti", ha aggiunto Rod Beckstrom. 

La nascita dei domini internet Sin dalla creazione negli anni Ottanta i domìni di internet erano stati limitati ai 26 caratteri dell’alfabeto latino impiegati nella lingua inglese insieme ai 10 caratteri numerici e al carattere "-". Ora, appunto, la svolta decisa dall’Icann. Con gli utenti di internet che, anche senza avere conoscenza della lingua inglese potranno utilizzare la grande rete in modo intuitivo. "Si tratta di notizie assolutamente eccellenti", ha commentato Edward Yu, amministratore delegato di Analysis International una società di consulenza internet di Pechino,che sottolina come la Rete possa diventare più accessibile agli utenti con reddito e istruzione più bassi. Come si articolerà questa rivoluzione? Inizialmente ci saranno alcune restrizioni tecniche. I singoli Paesi potranno richiedere un solo suffisso per le loro lingue ufficiali e il suffisso dovrà in qualche modo rispecchiare la denominazione del Paese stesso. Inoltre, per qualche anno non saranno consentite versioni non latine dei suffissi .com e .org fino a quando l’Icann non deciderà questioni di carattere generale. Ad esempio quella di stabilire se un operatore di un dominio .com possa avere automaticamente la sua versione in lingua cinese o se, come richiede il governo di Pechino, questo aspetto sia di competenza cinese. Ma nei primi anni ci saranno anche altre restrizioni.

Le restrizioni dell'Icann Icann proibirà, infatti, i caratteri latini diversi dai 37 fino ad oggi ammessi e che includono la tilde, le lettere accentate e altri caratteri speciali. E gli sviluppatori di software dovranno accertarsi che le loro applicazioni funzionino anche con caratteri diversi da quelli latini. I principali browser per navigare su internet, ad esempio, già lo fanno ma alcuni programmi di posta elettronica no. Ad avvantaggiarsi inizialmente delle nuove possibilità varater dall’Icann sarà proprio la Cina che è uno dei Paesi che ha insistito con più forza per ammettere anche caratteri diversi da quelli latini e che potrebbe essere il primo Paese ad avere un nuovo dominio con caratteri diversi, come ha anticipato Tina Dam, direttore dell’Icann per i domini internet. Circa 50 nuovi domini, ha aggiunto, saranno approvati nei primi anni. Il governo Usa ha finanziato gran parte dello sviluppo originario di Internet e, nel 1998, ha designato l’Icann per governare le politiche sui domini internet.

L’Icann ha il suo quartier generale a Marina del Rey in California, e ha la forma di un’associazione senza fini di lucro con consiglieri d’amministrazione provenienti da tutto il mondo. 

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