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Ecco il pubblicitario robot. Anche per pensare gli spot si usa il machine learning

È italiano il primo spot creato sfruttando un software capace di esaminare il sentiment degli utenti molto più in fretta di qualsiasi sondaggio tradizionale

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Il primo spot televisivo al mondo «testato» dall'intelligenza artificiale predittiva riguarda un prodotto che fa parte della tradizione della salumeria italiana. L'ha voluto personalmente Giorgio Beretta dell'azienda Fratelli Beretta, uno dei tanti imprenditori pionieri di cui l'Italia è piena di esempi. Si parla del prosciutto cotto Beretta, la società numero uno in Italia (e storico sponsor del Torino calcio), la qualità è sempre la stessa non ha cambiato sapore o formula. A cambiare semmai sono stati gli italiani, sempre più distratti da telefonini e diavolerie tecnologiche ma sempre attenti al carrello della spesa.

Per catturarli non bastano più i soliti accorgimenti, che siano promessa o reason why (i capisaldi di ogni campagna pubblicitaria), bisogna valutare ogni singola sfumatura, ogni singolo fotogramma, ogni singola parola. Lo spot è un prodotto creativo e collettivo, e quelli di EY Yello che l'hanno curato - scegliendo come testimonial il campione del mondo ai Mondiali del 2006 Fabio Cannavaro - ci hanno messo tre mesi a realizzarlo. Poi Giorgio Beretta ha sentito parlare di algoritmi e machine learning, ha capito che ci sono computer in grado di un apprendimento automatico che si ciba di banche dati predefinite. E gli si è accesa una lampadina. È venuto personalmente a Milano a conoscere Ard, l'intelligenza artificiale creata da Kelony (la prima agenzia di risk rating al mondo), i vertici della società Angela Pietrantoni e Genseric Cantournet gli hanno spiegato che Ard «è uno strumento di Byb (Boost your business) in grado di interconnettere l'insieme dei dati online disponibili, a mano a mano che vengono creati, per rivelare nuove associazioni di idee e tendenze di fondo che stanno emergendo», come i due confermano al Giornale. E così decine di milioni di non-player customers, diciamo dei telespettatori virtuali, hanno calcolato come i telespettatori «veri» avrebbero recepito lo spot, che aveva obiettivi e target mirati, limando parole, inquadrature e financo il pantone del colore, calcolando una sfumatura che diversamente sarebbe stata poco visibile a soggetti con capacità parziali di riconoscere specifiche tonalità, rendendo così lo spot persino più inclusivo.

Cosa si può fare oggi con l'Ai? «Sarebbe immaginabile che un ragioniere lavorasse senza la calcolatrice? Certo che no», dicono i due manager. E la «vostra» intelligenza? «Grazie a una tecnologia di derivazione militare Ard è un miliardo di volte più potente di Chat Gpt-3». È stata nutrita con una raffica di spot televisivi sul food in tutte le lingue del mondo («lo spot perfetto è francese, posso dirvi che ci sono tre donne con gli occhiali e si parla di un prodotto vegetale», rivela Cantournet, con un po' di orgoglio) ma è sempre connesso e interconnesso, dunque è in grado di anticipare «quali saranno le reazioni del pubblico in base a tutto quello che sta accadendo nel mondo, e che inevitabilmente influenza la nostra percezione delle cose», permettendo così di far emergere relazioni indistinguibili a occhio nudo da grandissime quantità di dati che cambiano continuamente.

E così, la sua messa a punto è servita a perfezionare uno spot di per sé già perfetto, grazie a una quantità di dati processati e a una velocità insuperabile capace di fornire risposte che indagini di marketing (anche accurate, lunghe mesi e mesi) non riuscirebbero ad inquadrare.

Non è intelligenza creativa capace di «inventare» una foto (tipo quella del Papa col piumino bianco) ma intelligenza «predittiva», che capisce prima dove va il mercato, che percepisce in tempo reale il sentiment del momento e corregge il mirino della pubblicità per calibrarlo allo zero virgola. Sarà un robot a consigliarci cosa mangiare? Che sapore ha la prossima rivoluzione?

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