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Autogrill lascia Piazza Affari. I piani della svizzera Dufry

Sviluppo all'estero e trasformazione dei punti vendita con un occhio all'intrattenimento. Ricavi a 12 miliardi

Autogrill lascia Piazza Affari. I piani della svizzera Dufry

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Autogrill lascia Piazza Affari dopo 26 anni e si prepara al salto quantico in tandem con Dufry: nuove geografie e un nuovo modello di business. In vista dell'addio definitivo di lunedì prossimo, a seguito della chiusura dell'Opa del gruppo svizzero, il titolo è sospeso: giovedì l'ultimo prezzo a circa 7 euro. Quotato nel 1997 alla Borsa di Milano dai Benetton, che ne avevano acquisito il controllo quattro anni prima a seguito della privatizzazione della Sme da parte dell'Iri, Autogrill è l'erede del primo punto di ristoro autostradale inaugurato nel 1947 a Novara da Mario Pavesi. E catalizzò, nel tempo, le insegne di Motta e Alemagna. Ora l'azienda è controllata dalla società svizzera, quotata a Zurigo, la cui Opa si è conclusa lo scorso 17 luglio. La famiglia Benetton cede ma non lascia il campo: è rimasta socia di Dufry al 27,47% tramite Edizione.

Il nuovo corso sarà all'insegna di una profonda trasformazione del gruppo che seguirà due direttrici: la rivoluzione dei punti Autogrill e l'espansione all'estero in Paesi per ora non presidiati o coperti solo da uno dei due player. Il nuovo gruppo avrà accesso a più di due miliardi di clienti in tutto il mondo con più di mille brand e 2mila partner, tra aeroporti, autostrade, porti e stazioni.

Una rivoluzione dell'offerta che sarà molto più vicina al modello aeroportuale e che coniugherà servizi e intrattenimento in un nuovo approccio tecnologicamente avanzato: in sostanza a fianco di una ristorazione che sarà più territoriale e di livello, si affiancheranno servizi legati al benessere e all'intrattenimento per trasformare «l'esperienza di viaggio» dei clienti.

Le soluzioni digitali resteranno fondamentali per cambiare e migliorare l'offerta, in primis sotto il profilo dei pagamenti e delle opportunità di fidelizzazione.

Tra le tecnologie che verranno implementate ci saranno la promozioni di cross-selling fisiche e digitali (ad esempio, buoni sconto, offerte digitali); il Food & Beverage sarà poi catalizzatore della «store experience» e cercherà di orientare il flusso dei passeggeri.

Tutto questo diventerà realtà dopo la totale integrazione delle due società - che porterà a importanti sinergie sul fronte dell'offerta - e la scelta di un nuovo nome che unirà le due realtà a livello italiano e globale. Italia e Stati Uniti resteranno i mercati chiave, ma l'espansione in altre aree sarà una delle mission del nuovo gruppo che guarda a Medio Oriente, Africa, America Latina, Nord America. Il nuovo gruppo, forte di un fatturato proforma di 12 miliardi, accrescerà inoltre la propria resistenza agli choc globali. Da sola, Autogrill ha chiuso il 2022 con ricavi per 4,1 miliardi e il 28 luglio presenterà l'ultima semestrale pre-fusione. Quanto alla governance, Juan Carlos Torres è confermato presidente esecutivo del nuovo gruppo e Xavier Rossinyol chief executive officer.

Restando nell'ambito della galassia Benetton ieri il cda di Telepass, che fa capo al gruppo Mundys, ha avviato il riassetto dei vertici: Gabriele Benedetto ha lasciato la guida e al suo posto è stato scelto, ad interim, il presidente Andrea Mangoni che è anche ceo della stessa Mundys. Al nuovo manager, la cui ricerca inizierà subito, sarà affidato il compito di aprire la nuova fase di Telepass, che punta sull'internazionalizzazione e la diversificazione dei servizi.

Il telepedaggio Telepass Sat è, peraltro, già attivo in 14 paesi che diventeranno 15 entro la fine dell'anno.

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