Economia

L'ultimo schiaffo del governo: una doppia tassa sugli aiuti

Per ogni mille euro di aiuti destinati ai professionisti, le Casse dovrebbero trattenerne 200 da pagare allo Stato

L'ultimo schiaffo del governo: una doppia tassa sugli aiuti

Per aiutare i propri iscritti in difficoltà le Casse dei professionisti sono pronte a mettere sul tavolo altri aiuti. All'orizzonte c'è tuttavia un paradosso non da poco, perché questi contributi vanno incontro niente meno che a una doppia tassazione.

Proprio così perché, come sottolinea Il Corriere della Sera, nel caso in cui le norme fiscali dovessero restare inalterate, per ogni mille euro destinati ai professionisti, le Casse dovrebbero trattenere almeno 200 euro da destinare allo Stato. ''Siamo al paradosso – fa notare Alberto Oliveti, presidente dell'associazione delle casse private Adepp – di uno Stato che chiede una percentuale sugli aiuti che dovrebbe erogare lui stesso''.

La situazione è alquanto bizzarra, visto che i suddetti aiuti sono sottoposti a una prima tassazione alla fonte, e poi anche a una seconda in base al reddito del contribuente che li riceve. La richiesta delle Casse è quella di paragonare i contributi extra agli indennizzi statali erogati durante l'emergenza Covid-19. Questi, infatti, sono esentasse proprio come gli assegni sociali e le altre prestazioni assistenziali Inps.

''Le risorse delle Casse dei professionisti – aggiunge Oliveti – sono frutto del risparmio previdenziale degli iscritti, il quale è già tassato. Siamo arrivati a una sorta di anatocismo fiscale''. In altre parole, c'è la pretesa di aggiungere tasse sulle tasse, in un momento tra l'altro piuttosto complicato per tutti.

Il paradosso del bonus da 600 euro

E non è finita qui, perché un altro nodo spinoso arriva direttamente dal bonus di 600 euro destinato ai professionisti. L'ultimo ritocco normativo ha avuto l'effetto di escludere dall'indennizzo statale chi aveva già un piccolo trattamento pensionistico e chi era iscritto a più di un ente di previdenza obbligatoria. Morale della favola: la norma ha creato disagi a un discreto numero di persone.

''Mentre a un figlio sostenuto dai genitori vengono dati 600 euro – spiega Oliveti - a un orfano o una vedova vengono invece negati per il semplice fatto di percepire una pensione indiretta o di reversibilità di poche centinaia di euro. Analogamente chi riesce a vivere della propria professione è tutelato, mentre chi per arrivare a fine mese è costretto a fare due lavori, con due posizioni previdenziali diverse, non può ricevere i 600 euro''.

Nel frattempo le Casse stanno aspettando il rimborso per gli indennizzi già versati e relativi al mese di marzo. Attendono inoltre lo stanziamento di nuovi fondi per pagare il bonus al resto dei richiedenti.

Il messaggio rivolto allo Stato è chiaro: gli enti di previdenza dei professionisti sono pronti a fare la loro parte ma è necessario prima ripristinare la liquidità.

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