Economia

L'ultimo "schiaffone" di Conte. Cosa ci ha lasciato in "eredità"

Tasse in crescita di 1,3 punti percentuali nel quarto trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%

L'ultimo "schiaffone" di Conte. Cosa ci ha lasciato in "eredità"

Brusche contrazioni per reddito, consumi e potere d'acquisto delle famiglie, mentre fanno un balzo in avanti preoccupante pressione fiscale, deficit e debito. È questo il quadro impietoso tracciato dall'Istat, da cui si evince che la situazione di crisi è ben lontana dall'essere superata. La pressione fiscale è stata pari al 52%, in crescita di 1,3 punti percentuali nel quarto trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive. Un’amara eredità quella lasciata dal governo Conte, che ha creato problemi per le famiglie e le aziende. Il reddito disponibile dei nuclei familiari è diminuito dell'1,8% rispetto al trimestre precedente, e i relativi consumi finali del 2,5%.

Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 15,2%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,6%, è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre del 2020. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,6%, è aumentato di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Sempre nel quarto trimestre 2020, poi, l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 5,2%; nello stesso periodo dell'anno precedente risultava un accreditamento dell'1,9%. Il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil del -1,9% (+5,2% nel quarto trimestre del 2019), mentre il saldo corrente delle Ap è stato positivo, con un'incidenza sul Pil dell'1,5% (+5,6% nel quarto trimestre del 2019)

"Come nei primi nove mesi dell'anno – commenta l’Istat – l'incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata in termini tendenziali per la riduzione delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese. Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il recupero del terzo trimestre, un nuovo calo che si è tradotto in una riduzione del potere di acquisto. Il tasso di risparmio è nuovamente aumentato nel quarto trimestre, per la più accentuata contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie".

Negativo il giudizio di Codacons. "Un quadro disastroso – spiega il sodalizio a tutela dei consumatori – il quale dimostra che le misure di sostegno messe in campo dal governo si sono rivelate del tutto insufficienti. I dati che arrivano dall'Istat sono peggiori delle aspettative, e registrano un generale impoverimento degli italiani". Le conseguenze per i cittadini sono nefaste.

“Il forte impoverimento delle famiglie – continua il Codacons – porta oggi il 30% circa dei nuclei residenti in Italia ad avere difficoltà nel pagamento di rate e prestiti; addirittura il 40% delle famiglie ha difficoltà a pagare l'affitto, e tutto ciò mentre cresce la pressione fiscale nel nostro Paese. I bonus a pioggia varati dal Governo e le misure di sostegno avviate durante la pandemia si sono rivelate, come dimostrano i dati Istat, del tutto insufficienti”.

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