Coronavirus

La "nera" profezia sull'Italia: lo scenario "seconda ondata"

L'Ocse fotografa il crollo della nostra economia: Pil a -11,3%. E lancia l'allarme per l'autunno per il ritorno del Covid. Tutti gli scenari

La "nera" profezia sull'Italia: lo scenario "seconda ondata"

Un debito pubblico che dovrebbe avvicinarsi al 200% del Pil, il crollo dei consumi e dell'export, l'aumento dei livelli di disoccupazione che supereranno la doppia cifra e il crollo del Prodotto interno lordo che dovrebbe calare dell'11,3%. Il quadro dell'economia italiana fotografato dall'Ocse nel report dell'Economic Outlook indica una situazione economica italiana davvero preoccupante su cui "aleggia" la paura di una seconda ondata di Coronavirus che potrebbe davvero mettere in ginocchio il nostro Paese.

Gli indicatori che mettono paura sono più di uno, a partire dal calo, o meglio dire dal crollo, del nostro Pil che dovrebbe calare dell'11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. Se però arrivasse una seconda ondata di coronavirus, il Pil crollerebbe del 14% nel 2020 prima di risalire del 5,3% nel 2021.

Secondo l'Ocse il debito pubblico, anche a causa degli aiuti di emergenza varati dal governo, dal 156,3% del Pil del 2019, salirà al 194,7% del Pil quest'anno per poi scendere al 191,8% nel 2021 nello scenario peggiore, cioè se entro la fine dell'anno ci sarà una nuova diffusione del virus. L'indebitamento salirà invece al 181,3% del Pil nel 2020 e poi scenderà al 176,3% nello scenario migliore e cioè se non ci sarà una ricaduta della pandemia.

Anche sul fronte dei prezzi le cose non vanno meglio con l'Italia che nel 2020 entrerà in deflazione. L'indice dei prezzi al consumo armonizzati, difatti, passerà dal +0,6% del 2019 al -0,2% di quest'anno e -0,1% nel 2021. A questo si assocerà il crollo della domanda interna che calerà del 10,9% nel 2020 per riprendersi a +7,9% l'anno successivo.

Preoccupano anche i dati sulla disoccupazione, che dovrebbe raggiungere la doppia cifra nel 2020 e nel 2021 salendo dal 9,9% del 2019 al 10,1% nel 2020 e all'11,7% nel 2021 (nello scenario migliore cioè se non ci sarà una ricaduta della pandemia), per poi schizzare al 10,7% e all'11,9% in quello peggiore (se entro la fine dell'anno ci sarà una nuova diffusione del virus).

Crollano i consumi privati, in calo del 13,3%, e le esportazioni (-17,8%), i cui valori sono simili a quello delle importazioni (-17,2%). Secondo l’Ocse, nello scenario meno preoccupante il calo dei consumi potrebbe attestarsi al 10,5% per poi recuperare quasi integralmente nel 2021 (+9%). Andamento simile per il commercio estero con le importazioni a -14,4% quest'anno e +12% il prossimo, mentre le importazioni scenderebbero nel 2020 del 13,6% per poi risalire dell'11,5% nel 2021.

Non se la passano meglio gli altri Stati europei. In base allo scenario migliore l'Ocse stima una contrazione del Pil mondiale del 6% quest'anno, seguito da una ripresa del +5,2% nel 2021, mentre in base allo scenario peggiore la contrazione nel 2020 sarà del 7,6%, seguito da una ripresa del +2,8% l'anno successivo. La stima dell'Ocse è decisamente più pessimista di quella rilasciata lo scorso marzo dal Fmi che prevedeva una recessione globale del 3% nel 2020, seguita dal un rimbalzo del 5,8% nel 2021.

Per l’Organizzazione internazionale, quella scatenata dalla pandemia di coronavirus è a livello globale la "peggiore crisi sanitaria ed economica dalla seconda guerra mondiale, che sta creando una incredibile incertezza con impatti gravi dappertutto".

L'economia globale quindi "si trova a camminare sul filo" con "una ripresa che sarà lunga mentre gli effetti economici saranno di lungo periodo, colpendo in maniera sproporzionata i più deboli".

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