Politica economica

Scaroni presidente Enel, vince il Mef

Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni sono ufficialmente ad e presidente dell'Enel. Nessun colpo di scena

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Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni sono ufficialmente ad e presidente dell'Enel. Nessun colpo di scena. E nessun caso nomine dopo il blitz del fondo GreenWood su Leonardo. Il braccio di ferro fra il candidato dell'azionista Tesoro (che ha il 23,59% del capitale) Paolo Scaroni e Marco Mazzucchelli - proposto come «indipendente» dalla lista presentata dall'asset manager britannico Covalis Capital (1%), che ha tacciato di «opacità» le nomine del ministero dell'Economia - è finito in niente. Obiettivo di Zach Mecelis, il capo del fondo con sede alle isole Cayman, era quello di dare vita a un cda «diversificato e indipendente» e consentire al gruppo energetico di «realizzare il suo potenziale di leader nella transizione energetica». Avere almeno un consigliere nel board avrebbe consentito a Covalis di incidere sulle scelte dell'azienda. Ma così non sarà. Mentre è andata meglio alla lista di minoranza di Assogestioni, rimasta a bocca asciutta in casa Leonardo, ma con tre rappresentanti nel gruppo energetico: Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi.

La lista numero 1 per il cda dell'Enel, quella presentata dal Tesoro, ha ottenuto il 49,10% dei voti dell'assemblea degli azionisti. La lista presentata da Assogestioni ha preso il 43,49% dei voti, mentre quella depositata dal fondo Covalis il 6,94%. A favore della nomina di Scaroni proposto dal Mef hanno votato il 97,24% (contro ha votato lo 0,66%). Un flop, quello di Covalis, che può essere spiegato innanzitutto con la bassa affluenza . All'assemblea si è presentato il 65,003% del capitale sociale, in rappresentanza di 34 azionisti, una percentuale più bassa di quella del 2020 (70%). L'obiettivo era ambizioso in quanto si puntava all'elezione del presidente con una lista apertamente ostile al governo, ma senza un nome del peso e dell'esperienza di Paolo Scaroni. A differenza di GreenWood che ha puntato a una rappresentanza importante (ma più facile da ottenere) in cda. È probabile, inoltre, che il mercato non abbia gradito la sfida al Mef e che sia stato maggiormente convinto dai profili di Assogestioni più che da quelli proposti da Covalis. «Erano motivazioni deboli e non hanno fatto presa», chiosa un analista. «Non è la stagione dei gufi», ha commentato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «Abbiamo raggiunto un ottimo risultato, migliore rispetto a tre anni fa, non semplice e scontato, che premia la correttezza e non la scorrettezza», ha aggiunto.

Per Scaroni, attualmente presidente del Milan, si tratta di un ritorno in azienda, di cui è stato già ad. Starace invece lascia, commosso, dopo tre mandati: «Questi 9 anni alla guida dell'azienda, sono stati bellissimi per i risultati raggiunti e per come ci siamo arrivati». Starace riceverà un'indennità di 3 milioni lordi per la cessazione del rapporto di ad, non attivato invece il patto di non concorrenza.

Oltre Cattaneo e Scaroni la lista del Tesoro ha eletto Alessandro Zehenter, Johanna Arbib Perugia, Fiammetta Salmoni e Olga Cuccurullo. Prima delle nomine l'assise ha approvato il bilancio 2022.

Giornata di assemblea dei soci anche per Eni: via libera al bilancio 2022 (chiuso con un utile di 5,40 miliardi), al buy back fino a 3,5 miliardi e nomina del nuovo cda, il cui presidente sarà Giuseppe Zafarana e ad sarà confermato per il quarto mandato Claudio Descalzi.

La lista degli istituzionali ha eletto tre consiglieri su nove.

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