Economia

La Fiom va allo strappo sul contratto Fiat. Ora la Cgil è più isolata

Il sindacato boccia l'idea Fim di trattare insieme e chiede 167 euro di aumento

La Fiom va allo strappo sul contratto Fiat. Ora la Cgil è più isolata

Il leader Fiom, Michele De Palma, respinge «la mano tesa» di Roberto Benaglia, segretario generale Fim (proposta lanciata dalle pagine de il Giornale), affinché sul «Contratto Fiat» in via di rinnovo, le organizzazioni metalmeccaniche, dopo 12 anni, trattino unite con le controparti.

E così, a negoziare con Stellantis, Ferrari, Iveco Group e Cnh Industrial - Fiom da una parte; Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr dall'altra - discuteranno sulle rispettive piattaforme.

Ieri, la cordata delle cinque sigle ha visto passare, con il 98,8% dei consensi, dopo le riunioni di tutti i consigli di fabbrica, le richieste di rinnovo. I «sì» sono stati 537, i «no» 6 come pure gli astenuti.

«Accogliamo molto positivamente il consenso che hanno voluto esprimere i delegati delle nostre organizzazioni - la nota sindacale congiunta -: siamo certi che coglie un sentimento diffuso nelle fabbriche e negli uffici. Tutto ciò ci carica di forte responsabilità per cercare di rinnovare in tempi brevi e al meglio il contratto in scadenza».

Sempre ieri, la Fiom ha presentato la sua piattaforma contrattuale. Le richieste: una tantum, di una mensilità, entro il 2022 per il recupero immediato del potere di acquisto; aumento della paga base dell'8,8% per il 2023 (167 euro medi mensili) e del 5% per il 2024 (93 euro medi mensili) con adeguamento se l'inflazione risultasse superiore.

Ecco, invece, le basi per affrontare il negoziato di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcfr con l'obiettivo di tutelare il potere d'acquisto dei salari e di migliorare altri aspetti economici e normativi del contratto: aumento dell'8,4% nel 2023, un 4,5% nel 2024 e un 2,5% nel 2025, «richieste - viene spiegato - che tengono conto del recupero del differenziale di inflazione del 2022, il cui dato è molto superiore alle aspettative, e fanno riferimento a uno scenario inflattivo caratterizzato da grande variabilità e incertezza». Gli aumenti andranno pertanto adeguati sul dato dell'inflazione reale.

De Palma, segretario generale Fiom, rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa di ieri, ha affermato di «non sentire la necessità di ricevere una mano tesa», dal capo della Fim, Benaglia. «I lavoratori sono in cassa integrazione, la situazione dei salari è complessa. Il problema non è tendersi le mani tra sindacati, ma affrontare la situazione insieme per i lavoratori. Credo che un tavolo unitario di trattativa sia indispensabile». Di fatto, De Palma chiede di tornare al Ccnl.

Da ricordare, in proposito, la posizione espressa nei giorni scorsi dal leader Uilm, Rocco Palombella: «Con il cambiamento di scenario e gli effetti che si verificheranno per via della transizione ecologica, mi sembra che i tempi siano maturi per riconsiderare la scelta che Fiat fece nel 2012 di uscire da Confindustria dando vita a un Contratto Specifico». «Sarebbe auspicabile - così Palombella - avviare il percorso per il rientro nel Contratto nazionale Federmeccanica-Assistal garantendo la validità del Contratto di Stellantis in tutte le sue parti. Occorre uno sforzo comune senza precedenti».

Oggi o domani si conoscerà la data del primo incontro tra aziende e sindacati.

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