Economia

Frena l'utile Saipem Il 2013 sarà difficile

Frena l'utile Saipem Il 2013 sarà difficile

Altra delusione per gli azionisti di Saipem (titolo in rialzo di 0,5% a 20,9 euro) che, con i dati preliminari pubblicati a mercato chiuso, ha confermato le perplessità seguite al «profit warning» e ribadite in seguito ai lumi richiesti la scorsa settimana dalla Consob.
Nonostante il chiaro allarme sugli utili di fine gennaio (a cui era seguito un crollo del 34% in Borsa), ha fatto alzare qualche sopracciglio il forte rallentamento degli utili nel quarto trimestre del 2012 (i profitti si sono attestati a 108 milioni di euro, in calo del 30%) e l'annuncio del taglio del dividendo a 0,68 euro dagli 0,70 euro riconosciuti sull'esercizio 2011.
Il colosso di ingegneria controllato da Eni (al 42,9% del capitale) ha archiviato l'ultimo esercizio con dati leggermente sotto alle attese degli analisti.
L'utile netto si è attestato a 902 milioni (dai 921 milioni dello scorso anno, un dato su cui si attestava il consenso dei broker anche per il 2012), un ebitda di 2,207 miliardi (da 2,135 del 2011 e rispetto ai 2,221 miliardi stimati dagli analisti) e con un fatturato di 13,39 miliardi (+6,2% sullo scorso anno e rispetto ai 13,205 miliardi previsti dai broker). Il debito netto, a fine dicembre, ammontava a 4,27 miliardi dai 3,192 miliardi al 31 dicembre 2011 a causa dell'aumento del capitale.
La società guidata da Umberto Vergine ha poi ribadito che, negli ultimi dodici mesi, i nuovi ordini si sono attestati a 13,391 miliardi dai 12,5 del 2011, mentre il portafoglio ordini residuo a fine dicembre è stato pari a 19,739 miliardi dai 20,41 miliardi nel 2011.
Saipem, come già anticipato con il «profit warning», ha poi ribadito di attendersi per l'anno in corso una ulteriore frenata. E, più in dettaglio, il colosso petrolifero si attende per il 2013 un giro d'affari di circa 13,5 miliardi, un ebit di circa 750 milioni, un utile netto di circa 450 milioni, nonché un livello di investimenti per circa 0,9 - 1 miliardo di euro. Il 2013 sarà quindi senza ombra di dubbio un anno difficile, con un rallentamento del business dovuto alla conclusione di alcuni grandi progetti, a ritardi in simili contratti dai margini più elevati, da un mercato estremamente competitivo e da contratti a bassa marginalità ma acquisiti pur di entrare in mercati promettenti per il futuro.

Vergine in ogni caso ha detto, anche di recente, che dal 2014 i contratti con più alti margini torneranno ad essere predominanti nel portafoglio.

Commenti