Politica economica

La Germania si è ingolfata tra tassi e rincari sul gas

Pil tedesco fermo nel secondo trimestre. E le aziende sono sfiduciate

La Germania si è ingolfata tra tassi e rincari sul gas

Ascolta ora: "La Germania si è ingolfata tra tassi e rincari sul gas"

La Germania si è ingolfata tra tassi e rincari sul gas

00:00 / 00:00
100 %

I tassi elevati (e la riduzione delle forniture di gas a basso prezzo dalla Russia) stanno facendo una vittima eccellente: la Germania. Il prodotto interno lordo è fermo e la fiducia delle imprese tedesche è molto al di sotto delle attese degli analisti. Nel dettaglio il Pil della Germania è rimasto invariato nel secondo trimestre dell'anno, contro un calo dello 0,1% nel primo trimestre. E i segnali di difficoltà sono numerosi: l'indice Ifo che misura il 'sentiment' delle imprese tedesche è sceso in agosto a 85,7 punti, inferiore alle attese degli economisti.

«È il quarto mese consecutivo di discesa: il giudizio sulla situazione attuale è ai minimi dall'agosto 2020», commenta l'Ifo Institute, secondo il quale «le imprese sono sempre più pessimiste per i mesi che verranno». L'indice generale sulla fiducia del settore produttivo è infatti sceso ai minimi dall'ottobre 2022 mentre il sottoindice sulla situazione corrente si è ridotto ai minimi da agosto 2020. In contrazione anche il dato sulle aspettative, che scende ad agosto all'82,6, ai minimi dal novembre 2022. Va meglio in Gran Bretagna, dove l'indice GfK della fiducia dei consumatori in agosto segna -25 punti, facendo meglio del -29 stimato dalla media degli analisti. Ma Londra ha la sterlina e la Bce guarda ovviamente solo alla zona euro per prendere le sue decisioni e un tassello a favore di una pausa ai rialzi dei tassi in settembre è venuto nei giorni scorsi dagli indici Pmi, che valutano la propensione agli acquisti delle aziende nei diversi settori produttivi. Il manifatturiero tiene, ma le prospettive nel comparto dei servizi, che fino a oggi aveva fatto barriera a una possibile recessione, sono chiaramente in calo. E anch'esse molto sotto le stime degli analisti. Ora le parole di Powell sugli orientamenti della Fed peseranno, ma i listini azionari guardano anche ai loro trend abituali.

Settembre è per esempio il mese tradizionale dei ribassi, tipicamente il più debole per i mercati, «a causa della depressione da fine estate e della raccolta delle perdite fiscali dei fondi comuni», spiega Ben Laidler, global markets strategist di eToro.

Per il settore dei titoli di Stato «le recenti pressioni al rialzo sui rendimenti sono sembrate attenuarsi» commenta Mark Dowding, Fixed income Cio, di Rbc BlueBay, secondo il quale comunque «persistono le speranze che i dati sull'inflazione in arrivo saranno più contenuti».

Commenti