Economia

Impregilo, supercedola da 600 milioni

Impregilo, supercedola da 600 milioni

Impregilo volta pagina. Ieri è stato annunciato il via libera del cda all'Opa di Salini (azionista al 29,8% del capitale) con il voto dei 9 consiglieri indipendenti e un maxi dividendo da 600 milioni (1,5 euro circa per azione, nella parte alta delle stime). Ma per gli analisti è tempo di consegnare i titoli alla prossima Opa per poi, eventualmente, rientrare.
Certo fa gola la jumbo-cedola che verrà staccata, presumibilmente, a maggio, quindi ad Opa conclusa. Ma per gli esperti, gli attuali livelli di prezzo (il titolo ha chiuso a 3,98) incorporano già il dividendo. Tanto vale a questo punto consegnarli all'Opa e poi eventualmente ricompare. Infatti i target non si discostano dai 4 euro offerti da Salini (solo Equita mantiene un buy a 4,4). Senza considerare che alcuni broker prendono già in considerazione un futuro matrimonio tra Salini e Impregilo. «Temo un concambio favorevole al costruttore romano» dice un esperto che chiede l'anonimato.
Il gruppo guidato da Pietro Salini ha chiuso il 2012 con un giro d'affari di 2,3 miliardi di euro (+21,5%), un ebit negativo per 25 milioni (da un utile operativo di 128 milioni) per la revisione al ribasso dalla redditività di alcune commesse e infine con un utile netto di 601 milioni (da 177) riconducibile alla vendita di Ecorodovias e che verrà interamente distribuito come dividendo. Nel corso del 2012 il general constructor ha acquisito nuovi ordini per 1,38 miliardi, anche se il portafoglio ordini è sceso a 10,6 miliardi (da 13,1 miliardi), a causa della cancellazione della commessa sul Ponte di Messina. A dicembre Impregilo aveva in cassa 567 milioni (da un debito netto di 527 milioni) grazie alla cessione di Ecorodovias, al deconsolidamento del debito della partecipata brasiliana e all'incasso degli indennizzi del termovalorizzatore di Acerra. Il general contractor infine ha confermato gli obiettivi del piano al 2015.
L'attenzione del mercato è concentrata sull'offerta pubblica di acquisto dei Salini (per un esborso massimo di 1,129 miliardi) che, stando alle indiscrezioni di mercato, potrebbe partire già lunedì prossimo. La valutazione di congruità del prezzo espressa dal cda è il penultimo passo. Manca solo la Consob il cui via libera è atteso in settimana. Il successo dell'operazione e, soprattutto, la governabilità del gruppo, è legato alla decisione dei Gavio (azionisti al 29,9% del capitale) anche se Salini ha fissato come condizione per dare seguito all'Opa il superamento della sola maggioranza assoluta (50% +1 del capitale). Il gruppo di Tortona ha assoldato uno stuolo di consulenti per valutare l'offerta (Nomura ha un mandato per affiancare la stessa Astm, Unicredit e Mediobanca per Igli).

I broker sono tuttavia positivi in merito e guardano già alla prossima tappa futura, l'unione tra Salini e Impregilo da cui nascerebbe un campione nazionale da 7 miliardi di ricavi (nel 2015).

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