Economia

"Investiti in ricerca 5 miliardi in 7 anni"

Descalzi: "Servono sorgenti pulite, tra 25 anni saremo due miliardi in più"

"Investiti in ricerca 5 miliardi in 7 anni"

«Abbiamo investito su tecnologie che adesso ci permettono di sviluppare nuovi progetti e questo è quello che stiamo facendo: investiremo valori molto vicini ai 4-5 miliardi, soprattutto nello sviluppo e realizzazione di nuovi impianti, nell'ambito dell'economia circolare, nella cattura della Co2 e della demineralizzazione della C02». Lo ha affermato, nel corso di un dialogo pubblico con Giovanna Iannantuoni, rettrice dell'Università Bicocca di Milano, l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. «Il nostro obiettivo - ha aggiunto l'ad - è quello di riuscire a dare dei prodotti completamente decarbonizzati in modo tale che tutti i nostri clienti non abbiamo il problema della produzione della Co2 quando consumano i prodotti».

«La ricerca scientifica - ha sottolineato Descalzi - serve moltissimo su questo perchè noi non siamo un'utility ma lavoriamo nella trasformazione industriale». Poi, ha spiegato ancora, «serve il futuro a lungo termine, quello fatto da grossi investimenti industriali per qualcosa di completamente pulito, per avere sorgenti infinite in una situazione demografica che tra 25 anni vedrà 2 miliardi di persone in più sulla terra».

In proposito, ha continuato il numero uno del Cane a sei zampe, «dobbiamo essere neutrali nella ricerca delle tecnologie da utilizzare in futuro» e «concentrarci su quelle tecnologie che rendono il mondo più flessibile». E l'Eni, negli ultimi 6-7 anni, «ha investito 5 miliardi in ricerca scientifica e per il suo dispiegamento», nella convinzione che «dobbiamo entrare nella filosofia della continua ricerca per inserire nella vita di tutti i giorni le tecnologie che ci siamo costruiti».

«Noi in Eni - ha aggiunto Descalzi - nel 2014 abbiamo cercato, prima del calo del prezzo del petrolio, di trovare un cambiamento attraverso la tecnologia e la ricerca scientifica, facendola in casa e con più di 70 accordi con centri di ricerca e Università».

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