Economia

L'Abi di Patuelli punta sui media per recuperare in credibilità

Subito un tavolo con le istituzioni e le autorità per individuare «soluzioni che, anche attraverso la rimozione delle numerose penalizzazioni cui oggi sono soggette le banche italiane, possano liberare risorse per l'erogazione del credito e il finanziamento della crescita».
È con questo proposito, da attuarsi all'indomani delle elezioni, che a Palazzo Altieri prende il via l'era di Antonio Patuelli. Basilea III non sarà recepita acriticamente.
Il nuovo presidente dell'Abi, succeduto al dimissionario Giuseppe Mussari, ha presentato ieri sul sito Internet dell'associazione le linee programmatiche per il biennio 2013-2014. Collaborazione e confronto sono le parole d'ordine con cui da un lato Patuelli si propone di rafforzare il legame con le altre rappresentanze di impresa e dall'altro il dialogo con le associazioni dei consumatori.
Ai toni concilianti con le altre parti sociali si contrappone la fermezza nella gestione dell'immagine. Ci sarà un «cambiamento di passo» nella comunicazione, consolidando la pratica del «ribattere colpo su colpo». In preparazione un'«offensiva» su media, tv, stampa e social network per recuperare credibilità e reputazione.
Un altro punto fermo sarà il mantenimento di buoni rapporti con Confindustria e Rete Imprese. Banche e aziende, spiega Patuelli, «non si muovono su fronti contrapposti, ma perseguono interessi comuni per cui il buon andamento dell'attività delle prime riverbera i suoi effetti sulle seconde e viceversa». Tanto più che i prossimi due anni saranno caratterizzati, a giudizio del manager, «dal persistere di un ciclo economico recessivo o di stagnazione, dall'entrata in vigore di numerose normative che incideranno sul modo di fare banca, da condizioni reddituali particolarmente tese per le banche».
L'Abi, inoltre, si concentrerà «su iniziative finalizzate a sostenere il potenziale di crescita della produttività».

Dal punto di vista delle relazioni industriali, le priorità sono un maggiore spazio al contratto di «prossimità» (sempre più aziendale) e la ricerca di migliori soluzioni di impiego per il personale dipendente «over 55».

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