Economia

Le partite della finanza in attesa del governo

I risultati elettorali, con le difficoltà nell'immaginare il nuovo governo, non contribuiscono a sciogliere i nodi in sospeso su molte partite finanziarie. Che quindi rimangono in sospeso in attesa di più precisi riferimenti politici.
In sospeso
Palazzo Chigi sarà chiamato a decidere sul futuro di Alitalia, a dirigere le operazioni sul discusso salvataggio di Mps, ad accelerare la riforma delle banche popolari e lo sviluppo della rete tlc di nuova generazione, considerando che l'agenda digitale europea stabilisce per fine anno l'accesso per tutti alle reti a banda larga. Telecom Italia nei prossimi mesi, dovrebbe concretizzare il progetto di spin off della rete, primo passo verso l'alleanza con la Cdp.
Il risiko delle nomine
Per le poltrone più ambite dei gruppi controllati dallo Stato (Eni, Enel e Terna, oltre a Poste Italiane, Fintecna, Enav, Anas e Fincantieri) ci vorrà ancora un anno. I prossimi mesi saranno cruciali per i manager coinvolti allo scopo di accreditarsi con il nuovo esecutivo. Ma con il rischio che questo duri ancora meno di loro. Certo, le sorprese non sono escluse e potrebbero accelerare i tempi, come avvenuto in Finmeccanica dove è già stata convocata l'assemblea dei soci per sancire il passaggio di consegne al nuovo ad Alessandro Pansa. Il primo giro di valzer si avrà comunque in primavera le scadenze già previste per quest'anno. A partire dalla Cassa depositi e prestiti, i cui organi di governance, cda e collegio sindacale andranno a scadenza con l'approvazione del bilancio 2012. La Cassa (che per il 70% fa capo al Tesoro e per il 30% alle Fondazioni) è tra i principali assi del potere economico e finanziario dello Stato su cui convergono il 30% di Snam (che rinnoverà gli organi sociali il 25 marzo), il 25,7% di Eni, il 29,9% di Terna oltre al 100% di Sace (che sceglierà i vertici in primavera) al Fondo Italiano di investimento e al Fondo Italiano per le infrastrutture (F2i). Nuovi vertici in vista anche per Ferrovie dello Stato. In entrambi i casi (Cdp e Fs), la debolezza del quadro politico fa immaginare la conferma degli attuali vertici.
Banche e Fondazioni
Nel privato, per fine anno è in scadenza il patto di Mediobanca, centro nevralgico di potere. Prima ancora toccherà al cda di Generali, chiamato a confermare il nuovo ad Mario Greco, e ai due consigli di Intesa. Per quest'ultima la situazione è ancor più delicata vista la concomitante scadenza degli organi della Fondazione Cariplo (che possiede il 4,68% di Ca' de Sass, dove pare certa la conferma di Giuseppe Guzzetti). Ma su Intesa Gian Maria Gros Pietro è visto in arrivo alla presidenza del consiglio di gestione al posto di Andrea Beltratti (nominato alla guida di Patti Chiari). Mentre la guida del cds dovrebbe restare a Giovanni Bazoli.

Tra i rinnovi di primavera anche Ubi e Sole 24 Ore, il gruppo editoriale che fa capo a Confindustria, alle prese con un piano di ristrutturazione che promette di modificare profondamente gli attuali equilibri di vertice.

Commenti