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Il risparmio gestito prepara il boom

Il calo dei tassi potrebbe portare a uno spostamento delle preferenze dei clienti verso i fondi

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Dopo aver sofferto la spietata concorrenza dei Btp, l'industria del risparmio gestito prepara la riscossa nel 2024. La prospettiva di un taglio dei tassi d'interesse, infatti, dovrebbe fare rientrare nei ranghi anche i rendimenti delle obbligazioni e rendere più equilibrata la partita al cospetto dei risparmiatori.

Secondo Intermonte, nel 2024 le stime sono per un miglioramento dei flussi in risparmio gestito. Si dovrebbe assistere a «un graduale spostamento delle preferenze dei clienti» che dovrebbero tornare a puntare di più sui fondi «grazie anche al reinvestimento delle obbligazioni in scadenza in concomitanza con un calo dei tassi».

Negli ultimi giorni sono stati divulgati i dati della raccolta relativa al mese di dicembre per Azimut, Banca Mediolanum, Banca Generali e Fineco. Per tutte il finale d'anno si è chiuso bene, nonostante «i dati restino deboli in termini assoluti per il risparmio gestito». Tra tutti, il titolo preferito dagli analisti di Intermonte rimane Banca Mediolanum. Il gruppo guidato da Massimo Doris, nell'ultimo mese, ha avuto una raccolta netta totale di 1,2 miliardi di euro (di cui 655 milioni di gestito) e ha dimostrato con una raccolta di oltre 7 miliardi (di cui 4 di gestito) di saper reggere bene un anno complesso.

Banca Generali, guidata da Gian Maria Mossa, a dicembre ha messo a segno uno dei migliori mesi di sempre nella raccolta con nuovi flussi per 834 milioni. Un dato superiore alle aspettative su cui pesa di più l'amministrato (liquidità e titoli), anche se il gestito (fondi e assicurazioni) è in miglioramento con afflussi per 146 milioni dopo ottobre e novembre in negativo. Per gli analisti il titolo è «outperform» con un prezzo obiettivo a 37 euro. Anche per Banca Akros - che vede un prezzo a 36 euro - si osserva un miglioramento del mix di prodotti mese dopo mese, così come l'interesse dei clienti per soluzioni gestite e assicurative. Per il 2024, Intermonte si aspetta un dato di raccolta complessivo in crescita.

Passando ad Azimut, guidata da Pietro Giuliani, le indicazioni preliminari di utile (tra 445 e 455 milioni nel 2023) sono «in linea con la guidance e leggermente migliori delle nostre attese», sottolineano gli analisti. Per il 2024 le stime degli esperti sono leggermente inferiori (450 milioni) rispetto alla guidance di 500 milioni indicata dalla società. Positivo il target di raccolta previsto quest'anno oltre i 7 miliardi, superiore alle stime (6,5 miliardi). La raccolta inoltre dovrebbe beneficiare dell'avvio della partnership con Unicredit, un patto di ferro con Andrea Orcel che ha visto nascere Nova Asset Management. Quest'ultimo veicolo punta a essere un polo dell'asset management italiano di respiro internazionale. Nel prossimo lustro, intende raggiungere decine di miliardi di asset in gestione prima di consegnare la maggioranza a Unicredit. Il giudizio di Intermonte? Anche in questo caso «outperform» con un prezzo obiettivo a quota 26 euro.

Alla festa di dicembre ha partecipato anche Fineco: il gruppo guidato da Alessandro Foti ha raccolto 1,2 miliardi nel suo mese migliore dell'anno con la componente gestita positiva per 184 milioni. Nell'intero 2023 la raccolta netta ha raggiunto gli 8,8 miliardi, con la componente gestita a 2,7 miliardi.

Tra i grandi attori del settore anche Intesa Sanpaolo, con la galassia del gruppo Fideuram che deve ancora divulgare i dati di dicembre. A novembre era prima per raccolta netta da inizio anno a quota 11,5 miliardi. Il dato del mese era positivo per 1,2 miliardi, in gran parte di componente amministrata.

Per quanto concerne il gestito, dopo un anno complesso, a novembre il dato è risultato positivo per 90 milioni.

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