Previdenza e pensioni

Salute, pensione, figli e lavoro: cresce la voglia di una polizza

Un italiano su due pronto per un check-up assicurativo E nei giovani tra 18 e 26 anni si arriva fino al 70%

Salute, pensione, figli e lavoro: cresce la voglia di una polizza

Un italiano su due vorrebbe farsi un check-up assicurativo. Ma tra i giovani questo desiderio si accentua e arriva al 70% nella fascia d'età della generazione Z (18-26 anni). Un luogo comune sfatato: i giovani non sembrano inclini a vivere alla giornata, anzi si preparano ad affrontare i rischi e le incertezze del futuro, condividendo queste preoccupazioni con tutti i loro concittadini, anche quelli più anziani.

Nove italiani su 10, infatti, si sentono vulnerabili ed esposti ai rischi. Salute, famiglia, reddito e pensione sono le aree che destano le maggiori ansie. Forse l'esperienza del Covid, forse la tragedia della guerra in Europa, forse il ritorno dell'inflazione: forse tutte queste cose insieme, ma certamente gli italiani si stanno abituando a considerarsi immersi nell'inevitabile incertezza in cui si dipana la loro vita. Incertezza, quindi consapevolezza dei rischi a cui si è esposti. Sono alcune delle indicazioni emerse dall'indagine che Ania ha commissionato a Ipsos (un'analisi sia quantitativa che qualitativa) per monitorare «I nuovi bisogni di protezione degli italiani», per comprendere l'evoluzione del sentimento degli Italiani rispetto alla percezione dei rischi, per valutare la ricerca di maggiore protezione, sociale e individuale, per individuare le attese e la propensione rispetto alle soluzioni assicurative.

L'indagine Ania/Ipsos segmenta il target in quattro fasce: generazione Z (1826 anni), Millennials 27-40, Gen x (41-56 anni) e Baby boomers (57-64). E le preoccupazioni cambiano con l'età: per i baby boomers l'area di rischio più avvertita riguarda la salute e la non autosufficienza; famiglia figli e pensione sono le preoccupazioni più avvertite per la generazione «X», mentre i Millennials (e la generazione «Z») sono concentrati sul reddito da lavoro.

La consapevolezza della propria fragilità si accompagna alla convinzione che in larga parte siamo artefici del nostro destino. Il 60% degli italiani condivide l'affermazione «la qualità del mio domani dipende in buona parte da ciò che faccio oggi». Eppure, non tutti quelli che sono consapevoli di correre un rischio affermano di volersi assicurare (per varie ragioni, tra cui anche altre priorità di vita, o mancanza di risorse). Il 45% di coloro che dichiarano di sentirsi esposti a una fragilità, non assumono alcun tipo di copertura assicurativa (esclusa la rc auto). Ma sono propensi a informarsi, a fare un check-up.

Tra le ragioni di una perdurante vocazione alla «sottoassicurazione» non c'è la reputazione del comparto assicurativo in Italia. Anzi, la reputazione registrata è più che positiva. Le assicurazioni intercettano l'instabilità di questo momento storico e sono perciò viste come un appoggio e una via di uscita. Risalta il dinamismo dell'offerta di soluzioni, che accompagna i cambiamenti che effettivamente stanno avvenendo nella vita delle persone, sia con nuove coperture e soluzioni (soprattutto per la tutela della casa e del tempo libero). Lato prodotti, vengono apprezzati i segnali di maggiore modularità, il miglioramento della trasparenza dei prezzi e dei premi, grazie al quale ci si orienta con maggiore facilità tra le proposte delle diverse compagnie; viene apprezzato il lavoro di agenti e consulenti. Importante rilevare che è tra i giovani di 18-26 anni che il settore registra i livelli migliori di reputazione, in termini di fiducia e di atteggiamento favorevole.

Insomma, nonostante una ritrosia culturale, sta emergendo una «voglia di assicurazione» che coincide con una buona reputazione di chi offre soluzioni e polizze. L'alta disponibilità degli italiani ad affidarsi a figure esperte per presidiare questo importante ambito mette in evidenza anche la consapevolezza di avere bisogno di informazioni utili e di una guida esperta e quindi di essere disponibili ad ascoltare con attenzione i messaggi che possono arrivare dal settore assicurativo in termini di educazione/divulgazione.

Informazione, semplicità, chiarezza nel rapporto con l'assicuratore. E per quanto riguarda l'offerta, il principale orientamento che sottolineano di avere gli intervistati, è che le polizze devono essere complete (multi-rischio), e devono consentire una gestione dinamica nella scelta delle coperture a pacchetto, sulla base di esigenze famigliari, per modificarle nel tempo, attivarle o disattivarle quando serve.

Un'ultima considerazione dell'indagine Ania/Ipsos riguarda la tecnologia. Ormai insostituibile. Il web e le app sono uno strumento sempre più usato anche dagli assicurati non online, per un servizio sempre più personalizzato: dalla sospensione della polizza al controllo scadenze. Tuttavia, non si rinuncia al rapporto «face to face». La visita in agenzia assicurativa rimane il touch point prevalente, anche per la generazione «Z». La multicanalità è ormai inevitabile: il 72% degli intervistati vuole mantenere una relazione diretta e personale con l'assicuratore, ma allo stesso tempo il 65% degli assicurati si relaziona ormai anche a distanza.

Gli assicurati hanno abbracciato la tecnologia, considerata soprattutto come elemento di facilitazione, semplificazione dei processi e della «user experience» e anche gratificazione dell'esperienza.

Questa nuova consapevolezza, coniugandosi con le azioni concrete di informazione, comunicazione, supporto e con l'offerta di soluzioni abilitanti, potrà essere il driver per una maggiore diffusione della protezione assicurativa.

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