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"Solo la nostra proposta assicura un futuro a Tim"

Dopo Iss pure Glass Lewis raccomanda ai soci la lista del cda Resta l'incognita sulla posizione di Vivendi. Il titolo recupera

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«Penso che la proposta a cui ha contribuito il governo sia l'unica realistica che garantirà la sopravvivenza di Tim nel futuro». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è convinto: il destino dell'ex monopolista telefonico italiano è già segnato, a prescindere dall'orientamento e dalla composizione del prossimo management.

«La proposta ha precisato il titolare del Mef, riferendosi alla cessione della rete fissa resta lì perché ha anche un significato strategico, nella rete è giusto che lo Stato ci sia». Quello trasmesso da Giorgetti è un messaggio diretto agli oppositori della gestione di Pietro Labriola, Merlyn su tutti. Il fondo guidato da Alessandro Barnaba ha presentato una sua lista per il rinnovo del board scommettendo su una profonda revisione del piano industriale per la prima volta senza la rete e osteggiando la vendita di Newco. Giova ricordarlo: in questa battaglia il fondo anglosassone non è solo, anzi. Vivendi, che detiene il 23,7% delle quote del gruppo, ha impugnato Tim in tribunale l'operazione con Kkr.

A oggi, però, il colosso mediatico francese presieduto da Vincent Bolloré non si è ancora espresso. Se l'azionista transalpino dovesse sostenere la lista di Merlyn, il percorso di Labriola e soci verso la riconferma diventerebbe più problematico. Tuttavia, tra le ipotesi in campo rientra anche l'astensione di Vivendi. In questo caso, il cda uscente non dovrebbe riscontrare grosse difficoltà nel portare a casa abbastanza voti per prevalere sulle altre tre proposte (Bluebell Capital Partners, Asati e Merlyn) sul tavolo degli azionisti.

È uno scenario in cui il consiglio di amministrazione in carica crede fortemente, ma non è l'unica via percorribile. A meno di due settimane dall'assemblea del 23 aprile, infatti, la posizione di Labriola si sta consolidando. Dopo Iss, anche Glass Lewis si è sbilanciato su quale lista bisognerebbe appoggiare in assemblea. In un report, il proxy advisor ha sconsigliato agli investitori le liste alternative a quella uscente, definite «non nell'interesse degli azionisti», propendendo invece per il bis del cda attuale.

Ma quanto peseranno questi endorsement sull'esito finale della votazione? I proxy advisor si esprimono per conto degli investitori istituzionali, in particolare dei cosiddetti passivi, che valgono circa il 10% del capitale. Ipotizzando un'affluenza complessiva del 60% questa la percentuale attesa quest'anno, in linea con i meeting antecedenti alla pandemia i fondi dovrebbero rappresentare il 25-26% dei voti, di cui 7-8% passivi.

A Labriola, che può quindi contare su una quota pari al 17-18% tra Cdp e proxy, mancherebbe così un 13% per ottenere la maggioranza dei voti validi e blindarsi da eventuali mosse di Vivendi. Un pacchetto recuperabile tra il restante 16-18% circa dei fondi attivi che dovrebbero partecipare all'assemblea.

Nel frattempo, l'annuncio di Glass Lewis non è passato inosservato in Borsa: ieri il titolo di Tim ha guadagnato l'1,4 percento.

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