Politica economica

Il Tesoro si mette a caccia dei piccoli risparmiatori

Dal 5 giugno in vendita il "Btp Valore": durata 4 anni con premio fedeltà. Impegno minimo di mille euro

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La famiglia dei Btp aggiunge un posto a tavola. Il nuovo prodotto ideato dal Mef si chiamerà Btp Valore e sarà rivolto esclusivamente ai piccoli risparmiatori, lasciando fuori gli investitori istituzionali. Sarà collocato tra lunedì 5 e venerdì 9 giugno e senza riparto, vale a dire che chiunque deciderà di acquistarlo (con un taglio minimo di mille euro e senza commissioni) non dovrà fare i conti con un tetto massimo all'emissione. Si tratta dell'ultimo tassello di una politica del governo che punta a portare il debito pubblico in mani italiane. Dopo i diversi collocamenti di Btp Italia, l'ultimo a marzo, il Tesoro ha ideato un prodotto con una durata di 4 anni, con cedole periodiche calcolate in base a tassi prefissati crescenti nel tempo e un premio fedeltà alla scadenza (tarato sulla crescita del Pil nominale del Paese). Mentre le cedole saranno comunicate l'1 giugno con l'Isin.

«Si tratta di un prodotto che mette sul piatto cedole che salgono nel tempo», osserva il direttore di Websim.it, Marino Masotti, «e questo è un aspetto interessante perché, di fatto, si va a lavorare in opposizione al mercato che vede vicina la fine delle strette sui tassi. Infatti, se il mercato ha ragione e la stretta monetaria è ormai finita, allora i rendimenti scenderanno. Se il Tesoro va a proporre uno strumento contro l'aspettativa del mercato, è chiaro che punta ad attrarre gli investitori più interessati all'ammontare della cedola».

L'investitore retail, infatti, è più propenso a tenere il titolo fino alla scadenza e interessato a incassare rendimenti senza correre i rischi dell'azionario. Ma quanto potrebbe rendere il Btp Valore? Il titolo a 5 anni rende il 3,6% ed è facile immaginare che anche il Btp Valore si aggiri su quella cifra. Sul rendimento ci sarà la tassazione agevolata del 12,5 per cento. «I flussi di acquisto provenienti dal retail e dalle società non finanziarie» sono in aumento, ha osservato il direttore generale del debito pubblico, Davide Iacovoni, «a fine gennaio 2023 si segnala un incremento di oltre 50 miliardi di euro rispetto a settembre 2022 e la quota di questa categoria si attesta al 9% circa». Una fetta maggiore del maxi debito (al 144% del Pil) in mani locali, sul modello Giappone, renderebbe l'Italia meno soggetta alle bufere di mercato. A maggior ragione dopo che Goldman Sachs ha previsto lo spread verso i 235 punti e Moody's che ha ipotizzato un rischio declassamento. Roma, per il 2023, dovrà emettere titoli a medio lungo termine (esclusi i Bot) per 320 miliardi, di cui 190 ancora da collocare. E punta anche sul nuovo Btp Valore per raggiungere il suo traguardo. La situazione, per altro, non è delle migliori, perché alle prossime strette sui tassi della Bce si affiancherà da luglio anche la fine dei reinvestimenti nell'ambito del piano di acquisto di titoli di Stato chiamato App. Significa che verranno lasciati scadere in media 25 miliardi di titoli al mese, con un impatto sui Btp che dovrebbe essere nell'intorno dei 3,8 miliardi al mese.

È vero che il programma Pepp continuerà fino alla fine del 2024, ma di fatto si tratterà comunque di un ostacolo in più per l'Italia.

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