Economia

Un esercito di pokeristi che vale un miliardo

Un settore che non concosce crisi. Il 2009 promette di essere l'anno del boom e il fatturato totale dell'industria - poker, secondo le previsioni, sembra destinato a infrangere il muro del miliardo di euro

Un esercito di pokeristi  
che vale un miliardo

La grande crisi di fine decennio è arrivata quasi dappertutto. Quasi. Perché c’è un’attività che non sta conoscendo crisi: il poker. Gioco d’azzardo? Non più. O non solo. Qui si parla di un fenomeno ancora poco conosciuto che, allo stesso tempo, è gioco, attività economica, sport, business per lo Stato, show per la tivù. E il 2009 promette di essere l’anno del boom.

Qui si parla di tornei di «texas hold’em», poker in versione sportiva: si gioca con tutte le 52 carte, due sole in mano e 5 girate sul tavolo, che valgono per tutti; e con puntate virtuali: si paga, ma è un’iscrizione uguale per tutti che forma il montepremi. In cambio si ricevono le fiches e si gioca. Vince chi elimina tutti gli altri, e si porta a casa il montepremi. Dove si gioca?

Nei casinò che organizzano i tornei, nei circoli del poker sportivo nati in tutta Italia e su internet: cinque operatori (Gioco Digitale, Microgame, Lottomatica, Leonardo service provider e Bwin) hanno già ottenuto la licenza italiana. Almeno il doppio sono attesi per l’anno prossimo. E i budget pubblicitari degli operatori sono tra i pochi in forte crescita per il 2009.

E che stiamo parlando di un gran business lo dicono le prime statistiche: sono stati 600mila i giocatori nel 2008 in Italia, investendo in media 650 euro a testa. Fatturato totale dell’industria-poker: 390 milioni. Destinati, secondo le previsioni, a più che raddoppiare nel 2009, verso quota un miliardo. Il cui 3%, per legge, finisce nelle casse dello Stato. Nel solo mese di novembre 2008, i ricavi del poker on line (legalizzato da meno di un anno) è stato di 74 milioni, in crescita del 40% rispetto a ottobre. D’altra parte sono 180 i milioni di giocatori on line stimati nel mondo, che passano in media un’ora al mese su una «poker room»: una fonte di reddito che fa gola a molti.

Non è un caso che al Casinò di Venezia, per il torneo della «Notte del Poker» del 23 novembre scorso si sono presentati ben 300 giocatori, pagando una quota di iscrizione di 2mila euro per un montepremi record per l’Italia di 600mila euro. E con tanto di ripresa televisiva, prodotta dalla 2Bcom (prima società italiana specializzata nel poker sportivo) per Sky (in onda in questi giorni, alle 23 su Sky Sport 2, fino al 6 gennaio).

E non è nemmeno un caso che Mediaset si stia muovendo in forze per aumentare l’offerta di poker in tv, che già trasmette su Italia Uno. Endemol, società di produzione tivù controllata dal Biscione, ha appena chiuso un accordo con il service provider Microgame, per realizzare programmi da mandare in onda su Mediaset. Tra le ipotesi in gioco c’è quella di seguire i maggiori tornei italiani ed europei. E pure su questo fronte sono in arrivo grosse novità: ad affiancare il circuito dei tornei Ept del colosso Poker Stars, da maggio partirà il Mcpt (Monte Carlo Poker Tour), gestito dalla Extreme Gaming Pro.

Società emergente nel grande business delle «7 carte».

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