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A Gaza la tregua regge. Gli Usa: grazie all'Egitto

Da mercoledi sera non si spara più. Hamas proclama la "Giornata nazionale del trionfo". Netanyahu: "Nostri obiettivi raggiunti in pieno"

A Gaza la tregua regge. Gli Usa: grazie all'Egitto

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Prima notte di calma nella Striscia di Gaza, dopo otto giorni di fuoco. L'accordo tra israeliani e palestinesi è entrato in vigore ieri sera alle 21 (le 20 in Italia). Israele aveva fatto scattare l'operazione "Pillar of Defense" il 14 novembre scorso, per rispondere allo stillicidio di razzi lanciati dalla Striscia. Otto giorni di scontri durissimi, con raid israeliani su Gaza (almeno 156 morti e mille feriti) e missili palestinesi contro Israele: missili che sono arrivati anche a Gerusalemme e Tel Aviv.

Fondamentale, per il raggiungimento della tregua, il lavoro certosino svolto da Hillary Clinton. Nella conferenza stampa di annuncio al Cairo il segretario di Stato americano ha riconosciuto il ruolo di mediazione del "nuovo Egitto" dei Fratelli Musulmani, e ringraziato il presidente Morsi per avere assunto una funzione di leadership e di garanzia. Lo stesso ha fatto il presidente Barack Obama: a Morsi ha dato atto di una capacità di "leadership personale nel negoziare"; al premier israeliano Netanyahu ha rivolto un apprezzamento per "i suoi sforzi nel lavorare con il governo egiziano" ai fini "di un cessate il fuoco sostenibile e una soluzione più duratura al problema".

Soddisfazione dal Palazzo di vetro. I membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu accolgono con favore l’accordo per la tregua. In una dichiarazione adottata all’unanimità, i quindici membri invitano le parti ad agire con serietà per rispettare l’accordo.

Netanyahu e il suo ministro della difesa Ehud Barak hanno parlato ieri sera in tv per spiegare agli israeliani il senso del cessate il fuoco raggiunto con un nemico che - per stessa ammissione di Teheran - è appoggiato militarmente (con i missili Fajr 5 a media gittata) dall’Iran. Israele e Stati Uniti - ha detto Netanyahu - coopereranno nella lotta contro il traffico di armi attraverso il Sinai verso Gaza "che provengono per lo più dall’Iran". "I nostri obiettivi sono stati raggiunti in pieno", gli ha fatto eco Barak, rivendicando "il duro colpo" inferto a Hamas in otto giorni di bombardamenti. Israele si riserva azioni militari "più severe" se il cessate il fuoco non dovesse tenere.
Tra gli obiettivi colpiti, 30 "terroristi" (così li definisce l'esercito) di Hamas e della Jihad islamica - 19 centri di comando di alto livello - 980 lanciarazzi sotterranei - 140 tunnel per il contrabbando - 66 tunnel usati usati per operazioni terroristiche - 42 sale operative e basi di proprietà di Hamas - 26 strutture per la fabbricazione e lo stoccaggio di armi - decine di siti per il lancio di razzi.

Gli alti vertici militari israeliani ritengono che Hamas e la Jihad islamica abbiano l’intenzione di rispettare e applicare l’accordo di tregua. "Ci saranno tutti i generi di festeggiamenti della vittorià a Gaza" ha detto al Jerusalem Post una fonte della Difesa israeliana. In effetti Hamas ha proclamato una "Giornata nazionale di vittoria". Nella notte decine di migliaia di persone hanno festeggiato nelle strade di Gaza, dove si sono sentiti spari in aria in segno di giubilo e dove sono stati distribuiti dolciumi.

Il primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh, ha esortato tutti i gruppi palestinesi a rispettare il cessate il fuoco: "Saluto le fazioni della resistenza che hanno rispettato l’accordo dalla sua entrata in vigore e chiedo a tutti di rispettarlo e di comportarsi di conseguenza", ha detto in un discorso a Gaza. "La primavera araba ci ha consegnato la vittoria" su Israele nella crisi nella Striscia di Gaza.

In un ospedale israeliano è deceduto un ufficiale dell’esercito (Boris Yarmulnik, 28 anni) ferito ieri da un colpo di mortaio palestinese ai bordi della striscia di Gaza.

Il bilancio complessivo delle vittime israeliane in questa tornata di violenze con Hamas sale così a sei.

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