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Il grillino Tridico lancia la candidatura di cittadinanza

Li chiamano studiosi prestati alla politica e ancor più frequentemente "tecnici", e ne abbiamo visti numerosi nel corso degli ultimi decenni

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Li chiamano studiosi prestati alla politica e ancor più frequentemente «tecnici», e ne abbiamo visti numerosi nel corso degli ultimi decenni: da Mario Monti a Mario Draghi, soltanto per citare i più noti. Questi professori universitari non passeranno certo alla storia per le pubblicazioni e gli eventuali contributi alla scienza, ma invece per il ruolo politico assunto; e anche per la loro formidabile capacità di acquisire potere anche senza mai aver frequentato la sezione di un partito, a riprova del fatto che ormai la politica non è più certo quella di trenta o quarant'anni fa.

Uno dei tecnici più in vista degli ultimi anni è stato Pasquale Tridico, economista lanciato dai grillini, che l'hanno sottratto all'anonimato nel momento in cui l'hanno posto alla guida dell'Inps.

Il compito fondamentale che gli fu affidato era uno: tradurre in realtà quel reddito di cittadinanza che in seguito ha sfasciato i conti pubblici, da un lato, e ha desertificato ancor più il panorama imprenditoriale e lavorativo del Mezzogiorno, dall'altro, rafforzando ogni vocazione al parassitismo.

Ormai sono rimasti davvero in pochi a difendere quella stagione folle, che era stata annunciata innalzando la bandiera dell'abolizione della povertà e s'è poi tradotta in una moltiplicazione della miseria: soprattutto nelle aree economicamente più fragili della Penisola.

Alla guida dell'agenzia della previdenza pubblica, Tridico ha agito con indubbia lealtà nei riguardi del suo referente politico. E ora non a caso è stato premiato, dato che sarà capolista nel Mezzogiorno per quello stesso movimento. Nonostante i danni causati dall'assistenzialismo di marca Cinque stelle, infatti, è abbastanza chiaro che quanti hanno distribuito quei soldi facili a destra e a manca oggi ritengano di poterne ricavare un ritorno politico. L'immagine di Tridico serve a questo: hanno dato soldi e adesso pensano di ottenere voti. Il peronismo delle elargizioni di Stato distrugge la società e soprattutto i ceti più deboli, ma quasi mai questi ultimi ne sono consapevoli.

Il professor Tridico ha usato il suo profilo di studioso keynesiano, bene allineato con i dogmi del conformismo statalista, per offrire una giustificazione latamente intellettuale allo scambio di voti praticato al Sud dal partito che fu inventato da Beppe Grillo. I terribili risultati di quelle politiche sono sotto gli occhi di tutti, ma è chiaro che nel Meridione una fetta rilevante della popolazione ricordi con nostalgia i «bei tempi» del governo Conte.

Adesso Tridico passa all'incasso. Il Movimento Cinque Stelle gli ha offerto una sorta di «candidatura di cittadinanza» e quindi gli si apre la strada del Parlamento europeo: un organismo non certo particolarmente degno di lode sotto vari punti di vista, ma che gli permetterà di incassare uno stipendio assai più corposo di quello che riceverebbe se rimanesse in università.

La demagogia ha sempre ben premiato sul piano elettorale, dato che una parte rilevante della popolazione non è in grado di capire che scelte presentate come «a suo favore» sono, nei fatti, quanto mai distruttive.

La demagogia, in particolare, ha sempre ben premiato i demagoghi e il caso di Tridico non fa eccezione.

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