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"Per fare il tutor serve entusiasmo ma anche empatia"

Marina Chimisso ha 37 anni ed è entrata a far parte della schiera dei tutor, figure di sostegno che il ministro Giuseppe Valditara ha inserito nelle priorità anche per la lotta contro l'abbandono scolastico

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Marina Chimisso ha 37 anni ed è entrata a far parte della schiera dei tutor, figure di sostegno che il ministro Giuseppe Valditara ha inserito nelle priorità anche per la lotta contro l'abbandono scolastico. Lei insegna Lettere in un Iss di Pescara e seguirà come gli altri un corso on line di 20 ore e percepirà un piccolo aumento di stipendio legato alla nuova mansione. Ma per Marina l'aspetto economico scivola in secondo piano: «Quanto prenderò in più? Non lo so, non mi sono ancora informata, ma la mia non è una scelta legata ai soldi». L'obiettivo finale, per l'insegnante, è dare una «spinta» ai ragazzi. «Ho fatto domanda perché credo che a scuola gli alunni debbano sentirsi valorizzati ed è fondamentale per loro sapere di avere qualcuno a portata di mano che li ascolti e li guidi nel percorso di studi. A 14 anni spiega la prof - non sai bene cosa vuoi fare da grande e il nostro compito è offrire loro gli strumenti per poter scegliere. Purtroppo questi giovanissimi molte volte non sono supportati dalle famiglie che spesso sono indifferenti alla scelta dei ragazzi di proseguire gli studi fino alla maturità o abbandonare tutto a 16 anni». Per questo il tutor diventa strategico, può supportare le scelte del ragazzo indeciso. «In effetti capita raramente che ci sia una collaborazione proficua con la famiglia spiega - ma il tutor può potenziare questa collaborazione, inoltre può seguire meglio chi è in difficoltà e indirizzare le attitudini». Certo, le 20 ore per formare un tutor non possono bastare a diventare esperti, ma spesso questi «volontari» sono anche molto motivati e arrivano da esperienze di coordinatori. Non a caso oltre che la formazione, serve empatia ed entusiasmo. Marina ammette che «siamo in un periodo molto fortunato, ci sono tanti fondi stanziati ma bisogna impegnarli bene, senza che una scuola non perda la sua identità».

Di insegnanti volenterosi ce ne sono tanti, visto il successo del ministero nel rastrellare nuove figure come i tutor e i docenti orientatori. Su 2.734 istituzioni scolastiche interessate dalla riforma ben 2.728 (pari al 99,8% del totale) hanno inoltrato la richiesta di partecipazione ai moduli formativi: si tratta complessivamente di 52.176 tutor e 4.252 docenti orientatori. Si è raggiunto infatti ben il 138% di partecipazione di docenti tutor e il 154% di docenti orientatori.

Per pagare questo «super lavoro» sono stati messi a disposizione 150 milioni di euro.

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