Farmaci e terapie

Vibrio vulnificus, il batterio-mangiacarne. Cos'è, i sintomi e come comportarsi

Negli Stati Uniti sono sempre più numerose le infezioni con il batterio Vibrio vulnificus: ecco di cosa si tratta, a cosa deve il suo soprannome e come comportarsi se si è infettati

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È allarme negli Stati Uniti per il proliferare di un particolare batterio causato, probabilmente, dall'eccessivo riscaldamento delle acque del mare: si tratta del Vibrio vulnificus, chiamato anche "mangia-carne" perché in grado di proliferare sui tessuti umani causando importanti reazioni cutanee e, nei casi peggiori, anche la morte.

Di cosa si tratta

Il Vibrio vulnificus è un batterio in grado di infettare naturalmente molluschi e pesci ma in grado di provocare gravissime infezioni, potenzialmente letali, se viene ingerito. Gli esperti spiegano che è in grado di penetrare nell'organismo umano anche tramite le ferite se ci si espone all'acqua di mare contaminata. Il soprannome di "batterio mangia-carne" deriva dal fatto che le sue infezioni più importanti possono causare una necrosi dei tessuti. I centri di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc) americani spiegano che soltanto negli Stati Uniti, annualmente, si verificano circa 150-200 casi di infezione di cui un quinto risulta letale.

Quali sono i sintomi

Questo batterio, però, si può trovare (raramente) anche all'interno di crostacei e molluschi crudi o poco cotti: il primo sintomo è una forte gastroenterite che, come spiegano gli esperti, viene accompagnata dai seguenti sintomi:

  • Dolore addominale
  • Diarrea
  • Tenesmo
  • Vomito e nausea
  • Febbre
  • Organismo debole

Questo tipo di infezione può essere causata quando si mangiano soprattutto cozze, vongole e frutti di mare che, come detto in precedenza, non sono stati opportunamente cotti. Tra i prodotti ittici a rischio contaminazione c'è, in generale, il pesce crudo. Solitamente, però, "i sintomi si riducono spontaneamente in 24-48 ore". Le infezioni alla pelle, invece, mostrano iniziali segni di rossore e rigonfiamenti nell'area della ferita per poi diventare "cellulite infettiva e fascite necrotizzante con tipiche lesioni emorragiche e bollose e/o diffondersi a gran parte del corpo. Le bolle emorragiche e le vesciche livide che insorgono rendono l'infezione da Vibrio vulnificus simile al pemfigo".

Come comportarsi

Innanzitutto, per una corretta diagnosi è bene eseguire esami del sangue o per un'analisi più specifica raccogliere un campione di feci o effettuare una biopsia cutanea laddove ci sono ferite. Sarà ovviamente il proprio medico di base a prescrivere gli esami e la cura che varia a seconda dei casi: c'è una terapia antibiotica (la più comune) ma anche trattamenti che si basano sull'infusione massiva di liquidi. Nei casi più gravi si rende necessario l'intervento chirurgico per rimuovere quei tessuti che sono stati infettati o sono diventati necrotici.

Mediterraneo a rischio

Il fenomeno balzato negli ultimi tempi agli onori delle cronache non riguarda soltanto gli Stati Uniti. "Il Mediterraneo è tra i mari che si stanno riscaldando più rapidamente", ha dichiarato all'Ansa Gianluca Corno, primo ricercatore all'Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa) del Cnr di Verbania. "I batteri patogeni hanno temperature ottimali di crescita che in genere sono superiori a quelli tradizionali dell'acqua di mare e soffrono quando questa diventa fredda. L'innalzamento medio delle temperature e il mancato raffreddamento delle acque gioca a loro favore". Per queste ragioni molti batteri stanno prendendo il sopravvento e anche il Vibrio vulnificus potrebbe essere tra questi.

Non c'è da fare soltanto allarmismo perché si tratta, comunque, di "un patogeno rarissimo", sottolinea il ricercatore.

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