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La favola del re dei frigoriferi Un sogno americano a Varese

Giovanni Borghi inizia da giovane a produrre fornelli. In pochi anni ha un impero e diventa il re dei frigoriferi. Quella bottega nel cuore dell'Isola/di Silvio Berlusconi

La favola del re dei frigoriferi 
Un sogno americano a Varese

Milano - Una favola italiana. Il fisico del ruolo. Quello ce lo aveva, senza dubbio. Sguardo un po' accigliato da lombardo che non vuole scocciature, corpulenza imperiosa da patriarca e sorriso sempre pronto, da venditore. Giovanni Borghi è un'icona. Del boom economico, dell'estro imprenditoriale italiano, della lucida follia che deve abitare l'uomo d'affari. Figlio di un elettricista milanese, dal dopoguerra inizia a produrre fornelli. Ed è qui che chiude gli occhi e inizia a sognare. Anno dopo anno l'azienda cresce e Borghi si trova a capo di un impero. Chiave di volta del suo sogno: il frigorifero. Ci racconta questa favola padana, Gianni Spartà, giornalista e scrittore, autore del libro Mister Ignis, pubblicato negli Oscar Mondadori con prefazione di Silvio Berlusconi.

Spartà, ma chi era Borghi?
Era un personaggio straordinario la cui memoria, purtrtoppo, per molto tempo è rimasta confinata nella sua amata Varese. Se questo libro è stato un successo non è merito mio, ma solo della vita favolosa di questo imprenditore.

Una storia eccezionale quella della scalata di Borghi, all'interno della quale se ne inserisce un'altra quanto meno originale.
Sì, perchè Borghi era il marito della sorella della mamma di Fedele Confalonieri.

Lo zio acquisito?
Sì esattamente. Borghi, Confalonieri e il suo amico Silvio Berlusconi abitavano tutti nel quartiere Isola Garibaldi di Milano.

Si conoscevano tutti?
Certo, si incontrarono per la prima volta nell'oratorio di di Sant'Antonio a Isola e qui una volta cantarono insieme. Giovanni Borghi suonava il pianoforte e Berlusconi e Fedele cantavano.

Un incontro eccezionale fra due imprenditori-cavalieri.

Sì, senza dubbio. E Berlusconi ha imparato da Borghi l'ottimismo, la fiducia e l'importanza della comunicazione. Anche dal punto di vista sportivo. Borghi sponsorizzava, e seguiva personalmente, una squadra di ciclisti e una di pallacanestro. Avevo capito molto tempo fa che era un'ottima pubblicità. Il presidente lo scrive anche nella prefazione, in parte lui ha assorbito alcune caratteristiche di Borghi.

Che tipo era mister Ignis?

Un vulcano. Un intrattenitore. Un genio. Ora ci sarebbe bisogno di persone come lui.

Uno dei più grandi imprenditori degli anni '60

Senza dubbio. Lui, pur essendo profondamente lombardo, è stato uno dei primia d investire al sud, aprendo la Ignis Napoli. Era un grandissimo terzista, produceva frigoriferi per 98 marchi differenti, in tutto il mondo.

E poi?
Poi sono arrivati gli americani e hanno trovato l'America a Varese. Hanno comprato la Ignis ma il piano imprenditoriale è rimasto sempre quello di Borghi. Le fabbriche che erano a Siena, a Napoli, a Trento e a Varese non sono state toccate.

La prima ad acquisire gli stabilimenti è stata la Philips e poi la Whirlpool e non sono andate a Parigi a Londra sono rimaste nel paesino lombardo da cui era partito mister Ignis.

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