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Festival Musicultura culla (sottovalutata) dei talenti del futuro

Anche stavolta obiettivo centrato. Anche stavolta il Musicultura di Macerata ha attraversato nella propria dimensione parallela i due giorni della finale, lontano dal clamore degli hashtag ma al centro della ricerca musicale

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Anche stavolta obiettivo centrato. Anche stavolta il Musicultura di Macerata ha attraversato nella propria dimensione parallela i due giorni della finale, lontano dal clamore degli hashtag ma al centro della ricerca musicale. Sabato sera tra gli otto vincitori che si sono giocati la «super vittoria» sono usciti i Santamarea, che sono palermitani di Carini, hanno una storia particolare (sono tre fratelli e una sorella acquisita) e una forte vocazione teatrale immediatamente riconoscibile. A gestire i tempi dello spettacolo una coppia del tutto inedita che merita di proseguire: Carolina Di Domenico nel ruolo di elegante padrona di casa e Flavio Insinna in quello di mattatore incontenibile che a tratti ha meritato risate a scena aperta.

Insieme rappresentano una bella soluzione che entra nella storia ultratrentennale di conduttori del Musicultura, da Pippo Baudo a Piero Chiambretti, da Daniele Bossari a Fabrizio Frizzi che qui ha condotto per nove volte consecutive e che venerdì sera è stato ricordato con un video emozionante trasmesso sui megaschermi dello Sferisterio. Ecco, lo Sferisterio è un altro dei misteri italiani. Un teatro all'aperto di raro fascino, progettato e costruito un secolo fa e meta di esibizioni e allestimenti memorabili con i migliori soprani e tenori di sempre, da Montserrat Caballé a Raina Kabaivanska, da Beniamino Gigli a José Carreras e Luciano Pavarotti.

Nonostante la storia e una acustica pressoché perfetta, lo Sferisterio non ha (ancora) raggiunto il posto che merita all'interno del cartellone lirico nazionale. Da quasi vent'anni, attraverso Musicultura, lo Sferisterio è anche la dimensione parallela della musica d'autore italiana, un ruolo che si è conquistato lanciando nel tempo personaggi e autori che poi sono diventati popolari e hanno raccolto pure il consenso della critica più selettiva. Per capirci, dal 1990 qui si sono fatti conoscere Gianmaria Testa, Povia, Simone Cristicchi e anche i The jab, che poi hanno cambiato nome prima di vincere l'ultima edizione di X Factor come Santi Francesi. Stavolta hanno vinto i Santamarea, palermitani di Carini con una storia particolare: sono tre fratelli e una sorella acquisita e mostrano una forte vocazione teatrale. Con un po' di esperienza in più, potrebbero fare il grande salto. Dopotutto questa trentaquattresima edizione, commentata alla grande anche da Radio1 con Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola, è stato un ideale trait d'union tra la prestigiosa lezione di Mogol (ospite sabato sera ha spiegato come la musica sia libera e lo guidi nello scegliere le parole dei testi) e il talento puro e sfrontato ma ancora troppo ostico della giovane vicentina Lamante, vincitrice del Premio Nuovo Imaie per andare in tour.

Insomma, una parentesi di ricerca musicale lontana dal «mainstream» che però meriterebbe un interesse ancora più grande e diffuso.

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