Cultura e Spettacoli

Francesco Montanari lascia i panni del Libanese e si cala in Lester Bangs

Il nuovo astro nascente del cinema italiano questa sera presenta al Circolo degli Artisti di Roma il reading spettacolo sui testi del critico musicale e musicista statunitense

Dissacrante, diretto, disinibito come Lester Bangs, egocentrico, arrogante, duro come il Libanese. Francesco Montanari, classe '84, astro nascente del cinema italiano, diventato famoso per aver indossato i panni del capo della Banda della Magliana in Romanzo Criminale-La serie tv su sky, si cimenta in un'altra sfida. E lo fa interpretando questa sera al Circolo Degli Artisti a Roma «Deliri, desideri, distorsioni:reading-spettacolo dai testi di Lester Bangs», l'esperto musicale e musicista statunitense che negli anni Settanta rivoluzionò la critica rock militante.
Francesco, come nasce questo spettacolo?
Nell'estate scorsa ho avuto il piacere di conoscere Daniele Di Gennaro della casa editrice Minimun Fax che mi ha fatto apprezzare Lester Bangs, proponendomi durante le manifestazioni legate all'Estate Romana una lettura dei suoi testi. Amo il rock e il jazz e penso di aver messo del mio nell'interpretare i suoi scritti. Ora questo progetto si è evoluto, passando da reading semplice a un vero e proprio spettacolo in cui la mia voce si lega con la musica di Bruno Marinucci alla chitarra. Insomma una medaglia a due facce.
Che tipo di genere ascolti?
Con un passato da metallaro convinto, non posso non amare il rock e il jazz. Penso che la musica sia una delle maggiori arti comunicative esistenti.
I cantanti o i gruppi preferiti?
Sicuramente i Flipknot. Ma apprezzo molto anche l'ultimo album di Negramaro.
Bangs e Libano sono due personalità forti, due leader. Tu come sei?
Né leader né schiavo. Penso di essere una persona normalissima. Sono cresciuto all'Alessandrino, ho vissuto a Casalpalocco e ora abito a Testaccio. Diciamo che sono una sorta di nomade. Ma quando scoprirò davvero chi è Francesco, te lo dirò.
Il pubblico ti identifica con il Libanese. Quanto pesa questo personaggio nella tua carriera?
Sicuramente Romanzo Criminale è stato un prodotto riuscito, forte, curato nei minimi dettagli. Quando una serie è così di successo c'è l'abitudine del pubblico di etichettare gli attori con i loro personaggi. Questo però non è un problema mio, ma degli spettatori. Io lavoro e come artista mi piace spaziare. Figuriamoci che nasco come attore brillante.
La svolta nella tua carriera è arrivata però con questa fiction...
Si e posso dire che sono stato molto fortunato. Non è facile nel cinema italiano poter recitare facendo un'interpretazione personale di un personaggio. Invece in Romanzo Criminale ho avuto questa occasione, proprio come capita quando sei sul palcoscenico del teatro, la mia vera passione.
Quale è stato lo spettacolo che hai amato di più?
Sembra assurdo, ma è stata la commedia Rugantino che ho interpretato quando ero in seconda media, alla scuola Pio XII. Io facevo Mastro Titta, il boia. Mi sono divertito tantissimo e ho capito che volevo fare questo tutta la vita.
Francesco cosa vedi nel tuo futuro?
Una famiglia, dei figli e tanto amore, sperando sempre di poter lavorare in maniera onesta.
Con quale regista ti piacerebbe recitare?
David Cronenberg e Mauro Meconi (Il Fierolocchio di Romanzo Criminale, ndr.)
Cosa Rispondi a Rocco Siffredi che ti vorrebbe in uno dei suoi film?
Che sono spiacente - risponde sorridendo e strizzando l'occhio - ma per quanto lusingato, mi manca la materia prima.
Che posto ha l'amore nella tua esistenza?
Il primo. E parlo di amore in tutte le sue sfaccettature, non solo per la compagna, ma per la famiglia, per i genitori, per il lavoro, per la vita.
La donna di Francesco deve essere santa o...?
Deve essere santa e...

Un po' come me.

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