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La Francia dichiara guerra alla Svizzera: "Giù le mani dall'assenzio, è cosa nostra"

L'Ufficio federale dell'agricoltura elvetica ha concesso alla regione di Val-de-Travers la denominazione geografica controllata sul distillato. Questo significa che l'assenzio doc sarà solo loro. I transalpini gridano allo scippo e annunciano ricorso: dietro il braccio di ferro, un mercato di 3.2 milioni di bottiglie l'anno

La questione è molto semplice. L'assenzio fu inventato sicuramente in Svizzera da Daniel Henri Dubied e Henri-Louis Pernod. Un punto a favore degli elvetici. Ma la produzione fu poi proseguita da Pernod in Francia, dove divenne popolare come bevanda dei poeti decadenti. Uno a uno, palla al centro. E ora su chi abbia diritto, di porre la famosa «denominazione d'origine controllata», è iniziata una lunga ed estenuante guerra tra francesi e svizzeri.
Liquore per antonomasia sinonimo di autodistruzione, l'assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all'aroma di anice, derivato da erbe quali i fiori e le foglie dell'assenzio maggiore (Artemisia absinthium) dal quale prende il nome. Nato come medicinale, nella seconda metà dell'Ottocento falciò legioni di giovani letterati tisicucci. Era infatti la bevanda preferita dei «poeti maledetti» dal titolo dell'opera pubblicata nel 1883 da Paul Verlaine «Poètes maudits», dedicata ai tre suoi amici Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé e Arthur Rimbaud. Ma ebbe grande successo anche presso pittori come Vincent Van Gogh e Herry de Toulouse-Lautrec che la chiamavano «fata verde» per il colore. In Italia fu apprezzata dagli scapigliati molti dei quali, come Iginio Ugo Tarchetti ed Emilio Praga, proprio causa di un uso smodato di assenzio morirono trentenni.
Anche perché, non bastasse la sua gradazione alcolica, 80 gradi, era spesso tagliata con sostanze allucinogene come laudano, oppio macerato nel vino. Facile capire che razza di «bomba» potesse venir fuori. E pensare che all'inizio dell'Ottocento, l'assenzio era bevuto puro, come medicinale, a piccoli sorsi o «cucchiai» come uno sciroppo. L'abitudine di allungarlo con acqua nasce dall'usanza dei soldati francesi in Algeria. Questi infatti erano soliti disinfettare le acque malsane dell'Africa con l'assenzio. Una volta tornati in patria questa abitudine si diffuse rapidamente. E così divenni una bevanda molto popolare, da consumare sempre mischiata con acqua freddissima in rapporto 1 a 5, massimo 1 a 3. Il metodo «classico» prevede che sul bicchiere d'assenzio venga posto un cucchiaio forato su cui viene posata una zolletta di zucchero. Sopra la zolletta viene versata delicatamente dell'acqua ghiacciata, in modo da provocare lo scioglimento dello zucchero e la diluizione del liquore. Il tutto viene alla fine delicatamente mescolato con lo stesso cucchiaio forato. Ma, come detto, artisti più o meno maledetti iniziarlo a bere puro facendo nascere leggende attorno al suo potere allucinogeno. Tanto che nel 1915 venne messo fuori legge e sostituito da un altro liquore, dal sapore simile, che ben presto diventerà popolarissimo: il pastis, sempre prodotto dalla Pernod.
Con gli anni caddero le proibizioni, si riprese la produzione senza però raggiungere come liquore la «popolarità» conosciuta del XIX secolo, anche perché la gradazione venne portata a una più normale soglia di 50 gradi. Ora però se ne torna a parlare in toni polemici per la «guerra dell'assenzio» scoppiata tra Svizzera e Francia. Il 31 marzo infatti l'Ufficio federale dell'agricoltura svizzera (Ofag) ha concesso ai produttori di Val-de-Travers una denominazione geografica controllata sulla bevanda alcolica. Il che vuol dire, come spiega ieri Liberation, che gli elvetici avranno l'esclusiva di vendere l'assenzio, usando questo nome ed il suo soprannome: «fata verde».
Ma la Francia non ci sta e parte al contrattacco. A reagire è la società Pernod, leader storico nella produzione di assenzio in Francia, che nei prossimi giorni presenterà ricorso contro la Ofag. «Il loro obiettivo è rubarci la denominazione mondiale, dobbiamo difenderci» dice sulle pagine di Liberation, Cesar Giron, direttore generale di Pernod, che copre il 25 per cento del mercato mondiale di assenzio. Difficile dire chi abbia ragione visto che effettivamente la bevanda fu inventata Val-de-Travers, a pochi chilometri dal lago di Neuchâtel, nel 1797, da Daniel Henri Dubied e Henri-Louis Pernod. La coppia si divise nel 1805, quando Pernod attraversò la frontiera per trasferirsi nella vicina Pontarlier, dove proseguì la produzione dell'assenzio. Che, partendo da questo piccolo centro montano, conquisto Parigi e il suo cuore letterario, nei bistrot di Montmartre.

Oggi, scrive Liberation, il mercato è modesto ma redditizio, con 3 milioni e 200mila bottiglie vendute nel mondo, la metà delle quali negli Usa. Sembra infatti che la «fata verde» affascini i giovani anglo-sassoni pronti a sborsare 50 euro a bottiglia pur di assaporare il nettare proibito.

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