Cronache

Furto al Palazzo dei Papi mentre veniva trasportata la macchina di Santa Rosa

Maxi furto a Viterbo durante la tradizionale processione in onore della santa patrona della città. Il bottino? Crocefissi d’oro tempestati di gemme, calici preziosi, oro e denaro

Furto al Palazzo dei Papi 
mentre veniva trasportata 
la macchina di Santa Rosa

Viterbo - "Operazione Santa Rosa" a Viterbo. Ladri in azione all’interno del Palazzo dei Papi. Bottino? Crocefissi d’oro tempestati di gemme, calici preziosi, oro e denaro. Avranno emulato il celebre film di Dino Risi con Totò e Nino Manfredi nei panni di ladri sacrileghi, oppure avranno semplicemente calcolato quanto sarebbe accaduto. Ovvero che a Viterbo per la tradizionale processione in onore della santa patrona della città il dispositivo "sicurezza" si sarebbe concentrato soprattutto sulla piazza del Comune (zeppa di personalità) e sulle strade che portano al santuario della Santa. Vale a dire lungo quei 1200 metri che, con estrema fatica, i cento e più facchini devono percorrere con sulle spalle una colonna illuminata alta trenta metri e pesante ben cinque tonnellate, il "Fiore del Cielo", che sostiene la statua benedetta.

Mentre, insomma, la macchina di Santa Rosa da Porta Romana veniva trasportata lungo le vie del centro storico assiepate di gente, meglio ancora durante i giochi pirotecnici che concludevano la serata di sabato scorso, una banda di lestofanti è entrata in azione all’interno della Curia vescovile. A farne le spese il nuovo vescovo viterbese, monsignore Lino Fumagalli. Nella sua papale dimora i malviventi avrebbero avuto tutto il tempo per aprire porte, portoni, finestre, cancelli e la cassaforte. Per farlo avrebbero utilizzato, secondo indiscrezioni, utensili rumorosi, sostituendo persino varie seghe circolari consumate durante il lavoro. Non solo. Fra scatoloni ancora imballati, monsignor Fumagalli è giunto in quel di Viterbo a marzo, la banda di malfattori avrebbe scelto accuratamente gli oggetti di valore scartando quelli meno appetibili sul mercato dei ricettatori.

Per entrare nell’edificio, in particolare, i criminali si sarebbero serviti di un’impalcatura montata vicino alla residenza del Fumagalli, utilizzata in questi giorni per lavori di ristrutturazione e restauro. Per oltre due ore, insomma, la struttura medievale sarebbe stata nelle mani dei ladri. Le indagini, affidate alla squadra mobile della Questura locale, potrebbero aver già imboccato la pista giusta, quella che porta a “paranze” di rapinatori romani specializzati nell’aprire caveau e cassette di sicurezza, i cosiddetti "cassettari". Un colpo studiato nei minimi dettagli, "roba da professionisti dello scasso" chiosano i poliziotti. Qualcuno in città, adesso, spera che almeno un componente della gang “straziato” dal rimorso e, soprattutto, timoroso di infausti presagi, si penta e restituisca il maltolto.

Come fece mamma Assunta, la genitrice di Dudù - Nino Manfredi nel film del ’66 che, infuriata, per rendere a san Gennaro il suo oro (trenta miliardi di lire dell’epoca il suo valore), coinvolse persino l’arcivescovo di Napoli. Ma quella era fiction.

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