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In Gambia per essere infibulata Giudice spagnolo vieta l’espatrio

da Madrid

Un giudice di Girona, provincia della Catalogna a nord di Barcellona, ha proibito ieri mattina a una donna originaria del Gambia di portare con sé la figlia di tre anni all’estero. Secondo il magistrato del tribunale catalano esiste il serio pericolo che la piccola sia condotta nello stato africano della madre con il solo e unico scopo di praticarle l'infibulazione. Una pratica crudele che è stata condannata nel 2000 con un documento ufficiale approvato dal Consiglio delle Nazioni Unite e che, successivamente, è stata dichiarata «illegale e perseguibile legalmente», con la modifica della «Carta europea dei diritti del fanciullo», che, dopo la sua approvazione nel 1992, fu modificata nel 2001, inserendo il divieto a tale pratica. L'ordinanza del pubblico ministero di Girona fa più scalpore perché non è frutto della denuncia di associazioni o persone estranee alla famiglia, ma è partita dallo stesso padre della bambina, anche lui di nazionalità gambiana e residente in Spagna, che ha voluto dire basta a una pratica molto radicata nella sua cultura.
Il padre aveva presentato una denuncia dove esprimeva il timore che sua moglie volesse far subire alla figlia l'infibulazione del clitoride. Il giudice ha accolto la richiesta e ha inviato l'ordinanza a tutti i corpi di polizia degli aeroporti, porti navali spagnoli e uffici di frontiera: a tempo indeterminato alla piccola è assolutamente vietato di lasciare la Spagna. Una sentenza unica nel suo genere a cui la Spagna, grande punto di approdo di quell'ingente flusso migratorio proveniente dagli Stati africani subsahariani, plaude con convinzione.
Il giudice, dopo avere interrogato la madre della piccola, non aveva creduto alla versione della donna che dichiarava che l'unico motivo del viaggio con la figlia era visitare la nonna malata. Nella sentenza si legge che «sono autorizzate tutte le misure necessarie per impedire ai minori residenti in Spagna di essere sottomessi a una pratica tanto brutale».
Il giudice, anche in mancanza di prove evidenti, ha ritenuto «giuridicamente accettabili» i timori del padre, considerato che la pratica della mutilazione è una consuetudine diffusissima in Gambia. Per il magistrato basta la nazionalità dei genitori per credere che la bambina possa diventare con un viaggio all'estero una potenziale vittima. Il magistrato ha chiesto inoltre a un medico legale di sottoporre la bambina di tre anni a una visita ginegologica per accertare lo stato dei suoi organi genitali. Già in precedenza in Spagna erano pervenute ai giudici altre simili denunce che, però non si erano concluse positivamente.

E il periodo estivo è molto critico, secondo quanto dicono al Ministero della Sanità spagnolo: aumentano i viaggi degli emigrati africani residenti in Spagna che fanno ritorno per alcune settimane nei loro Paesi e molto spesso, con la scusa della vacanza, portano con sé le loro figlie per sottoporli a tale crudeltà.

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